Esperimento in Australia

Per sei mesi nessuno si è accorto che la conduttrice della radio era l'intelligenza artificiale

Thy ha condotto per mesi un programma di quattro ore al giorno, fino a che sono nati i primi sospetti

Per sei mesi nessuno si è accorto che la conduttrice della radio era l'intelligenza artificiale
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Un’emittente radiofonica australiana è finita al centro di una bufera mediatica dopo aver trasmesso per sei mesi un programma condotto da una conduttrice generata da intelligenza artificiale (AI) senza informare gli ascoltatori. La vicenda ha sollevato interrogativi sull’uso trasparente dell’AI nei media e ha acceso un acceso dibattito sull’etica e il futuro del lavoro nel settore radiofonico.

Chi è (o meglio, cos’è) Thy? La “voce giovane” che ha ingannato Sydney

Nel 2024, la stazione CADA dell’Australian Radio Network (ARN), attiva a Sydney, ha introdotto una nuova voce femminile: si chiamava Thy, una giovane conduttrice che presentava il programma Workdays with Thy ogni giorno, dal lunedì al venerdì, per quattro ore. La trasmissione è andata avanti senza problemi fino a quando il pubblico ha iniziato a sollevare dubbi.

La mancanza di un cognome, l’assenza di una biografia online e il tono di voce perfettamente identico in frasi ripetute più volte – come "old school" – hanno acceso i sospetti. Gli ascoltatori hanno iniziato a chiedersi se Thy fosse davvero umana.

La rivelazione: Thy è un software AI creato da ElevenLabs

La verità è venuta a galla quando Fayed Tohme, project leader dell’ARN, ha ammesso pubblicamente che Thy non era una persona reale, ma un software generato tramite intelligenza artificiale, sviluppato dalla società di voice cloning ElevenLabs.

In un post su LinkedIn poi cancellato, Tohme ha scritto:

“Nessun microfono, nessuno studio, solo codice e vibrazioni. Un esperimento di ARN ed ElevenLabs che sta ridefinendo cosa significa ‘radio in diretta’.”

AI in radio: nessuna legge lo vieta, ma il pubblico chiede trasparenza

Attualmente, in Australia non esistono normative che impediscano l’utilizzo di voci AI nei programmi radiofonici, ma l’ARN è stata duramente criticata per non aver comunicato in modo chiaro l’impiego di tecnologia artificiale. Gli ascoltatori si sono sentiti ingannati, credendo di interagire con una vera persona.

Dopo la scoperta, l’emittente ha pubblicato un comunicato ufficiale, riconoscendo l’uso sperimentale dell’AI, ma precisando che non intende sostituire i conduttori umani:

“Questo è uno spazio di sperimentazione per broadcaster di tutto il mondo. Il test ci ha offerto spunti interessanti, ma ha anche confermato il valore insostituibile delle personalità umane nel creare contenuti radiofonici coinvolgenti.”

Il futuro della radio: i conduttori umani sono a rischio?

Con l’arrivo di presentatori AI anche in televisione, l’industria dell’informazione e dell’intrattenimento sta cambiando rapidamente. Il caso di Thy dimostra quanto le voci sintetiche possano essere realistiche al punto da passare inosservate per mesi.

Se da un lato questo apre nuove possibilità tecnologiche, dall’altro solleva importanti domande:

  • L’AI può davvero sostituire l’empatia e la spontaneità di un conduttore umano?
  • È etico trasmettere contenuti AI senza trasparenza verso il pubblico?

Una cosa è certa: il confine tra umano e artificiale nel mondo della radio sta diventando sempre più sottile.