Esperimento finito malissimo

Si fa impiantare un chip nella mano, ma si dimentica la password

L'incredibile vicenda del mago illusionista Zi Teng Wang

Si fa impiantare un chip nella mano, ma si dimentica la password

Una storia talmente assurda da sembrare inventata. E, invece, è tutto vero. Il protagonista è Zi Teng Wang, un mago e biologo molecolare del Missouri che anni fa ha deciso di rendere i suoi spettacoli più magici… impiantandosi un chip RFID nel palmo della mano. Sì, avete letto bene: un chip vero, da fantascienza spicciola, infilato tra pelle e ossa.

L’idea, ammirevole nella teoria, era semplice: durante lo show, uno spettatore avrebbe potuto avvicinare lo smartphone al palmo del mago per attivare un effetto speciale. Un mix perfetto tra illusionismo e tecnologia. Peccato che nella pratica l’esperimento si sia rivelato meno “Houdini 2.0” e molto più “tutorial fallito su YouTube”.

L’esperimento bizzarro

Come ha scritto lo stesso Wang su Facebook, far toccare ripetutamente il proprio palmo con telefoni di perfetti sconosciuti, mentre si cerca disperatamente il punto in cui si trova il lettore RFID del dispositivo, risulta “tutto fuorché misterioso o magico”. Senza considerare un altro piccolo inconveniente: molti utenti disattivano quella funzione, rendendo il trucco ancora più anti-climatico. Usare il proprio telefono, poi, non è per niente d’impatto. Insomma, flop totale.

Un chip, un meme e un Bitcoin: cosa potrebbe andare storto?

Non soddisfatto, il mago-scienziato ha deciso di riciclare il chip collegandolo a un indirizzo Bitcoin e a un meme ospitato su Imgur. Un passatempo come un altro. Poi, come spesso accade con gli esperimenti più strambi, se n’è completamente dimenticato… fino a quando il link di Imgur è misteriosamente tornato attivo di recente.

Tempismo perfetto per riprogrammare il chip, no? Se non fosse per un dettaglio tragicomico: Wang ha dimenticato la password. Esatto, è rimasto bloccato fuori dalla tecnologia impiantata nel suo stesso corpo.

“Almeno il link di Imgur funziona di nuovo”, ha commentato con ironia. “Ma essere bloccato dal chip dentro la mia mano è scomodo… e anche parecchio divertente.”

Soluzioni estreme per problemi assurdi

Di fronte all’assurdità della situazione, Wang ha chiesto ai suoi amici più esperti di tecnologia. La risposta? L’unico metodo per recuperare l’accesso sarebbe “attaccare un lettore RFID al palmo per giorni o settimane” e tentare tutte le combinazioni possibili tramite brute force. Una sorta di escape room biologica, ma molto meno divertente.

Il caso Wang e il dibattito sul biohacking fai-da-te

La vicenda, oltre a far sorridere internet, ha riacceso la discussione sul biohacking e sul futuro dei dispositivi impiantati nel corpo umano. Con aziende come Neuralink sempre più vicine a distribuire chip cerebrali al grande pubblico, molte persone iniziano a porsi domande: cosa succede se un’azienda chiude? Se il dispositivo non viene più aggiornato? O, peggio, se ci si dimentica la password del proprio impianto, come nel caso di Wang?

Per ora, la storia resta un perfetto esempio di come la tecnologia possa essere innovativa… e profondamente bizzarra. E chissà: forse in futuro, insieme alle password di email e social, dovremo ricordarci anche quelle dei chip sparsi per il nostro corpo.