Un caso che divide

Ogni volta che il suo gatto entrerà nel giardino dei vicini dovrà pagare 30 euro

La sentenza di un Tribunale francese fa discutere: e intanto il micio Remi è "ai domiciliari"

Ogni volta che il suo gatto entrerà nel giardino dei vicini dovrà pagare 30 euro

In Francia, nel tranquillo comune di Agde, nel sud del Paese, una donna di 70 anni si è ritrovata coinvolta in una vicenda che ha dell’incredibile: il suo gatto, un vivace micione rosso di nome Rémi, le è costato una multa di 1.250 euro. E potrebbero presto arrivarne molte altre…

Il motivo? Il felino avrebbe l’abitudine di oltrepassare la recinzione di casa per andare a esplorare il giardino del vicino, lasciando dietro di sé tracce poco gradite.

“Un colpo”

La proprietaria, Dominique Valdès, ha raccontato la sua storia al quotidiano Le Parisien, aggiungendo di aver reagito con sgomento alla notizia della condanna:

“Quando ho ricevuto la notifica, è stato come se avessi ricevuto un colpo violento alla testa.”

Da quel momento, la donna ha deciso di tenere Rémi rinchiuso in casa. Ma la reclusione non gli ha fatto bene:

“È ingrassato, è diventato aggressivo. Non posso nemmeno farlo uscire in giardino, per paura che salti la recinzione. È come se fosse stato condannato agli arresti domiciliari”, racconta amareggiata.

Cosa dicono i vicini (e il tribunale)

Tutto è cominciato quando il vicino di Dominique — la cui identità non è stata resa pubblica — ha presentato una denuncia formale, lamentando impronte di zampette sull’intonaco, pipì su un piumone steso ad asciugare e perfino feci nel giardino.

Secondo il tribunale di Béziers, i danni sarebbero stati effettivamente causati dal gatto Rémi, e la giudice ha deciso di multare la proprietaria, aggiungendo una clausola molto severa: ogni nuova “evasione” oltre la recinzione potrà costarle penali aggiuntive fino a 150 euro al giorno (o comunque 30 euro per ogni incursione).

Dominique, però, non ci sta. Sostiene che nel quartiere ci siano altri gatti rossi, alcuni randagi, e che nessuno possa dimostrare che il colpevole sia proprio Rémi. Ma il tribunale non ha accolto le sue obiezioni.

Una storia che divide la Francia

La notizia, riportata da testate internazionali come The Local, The Brussels Times, The Telegraph, ha fatto rapidamente il giro dei media, suscitando reazioni contrastanti.

Da una parte ci sono i sostenitori della signora Valdès, che parlano di una decisione “grottesca” e sostengono che sia impossibile tenere un gatto chiuso come se fosse un prigioniero. Dall’altra, chi difende il diritto del vicino a non ritrovarsi impronte e sorprese feline nel proprio cortile.

L’associazione francese per la protezione degli animali (SPA) si è schierata apertamente con Dominique, ricordando che i gatti, a differenza dei cani, non riconoscono confini e hanno un istinto naturale a esplorare il territorio. Punire il proprietario, sostengono, significa ignorare la natura stessa di questi animali.

E non è finita qui…

Come se non bastasse, il caso non si è ancora chiuso. La signora Valdès è stata nuovamente convocata in tribunale per dicembre 2025, dopo che il vicino ha dichiarato di aver visto Rémi oltrepassare di nuovo la recinzione.
Se le accuse venissero confermate, la multa potrebbe salire fino a 2.000 euro, con ulteriori sanzioni giornaliere. Una vera e propria saga legale felina.

Il dibattito: libertà dei gatti o rispetto della proprietà?

Questa curiosa vicenda solleva una domanda più ampia: fino a che punto un proprietario è responsabile del comportamento del proprio gatto?

In Francia, come in molti altri Paesi europei, la legge riconosce la responsabilità del proprietario per eventuali danni causati dagli animali domestici. Tuttavia, nel caso dei gatti — che vivono in semi-libertà e difficilmente possono essere “addestrati” come un cane — la questione è molto più sfumata.

Casi simili e riflessioni

Non è la prima volta che animali domestici finiscono in tribunale. Solo l’anno scorso, una coppia francese era stata denunciata perché il loro gallo cantava troppo presto la mattina, disturbando i vicini.
Questi episodi, seppur bizzarri, mostrano come le tensioni di vicinato possano sfociare in dispute legali sempre più insolite, dove a farne le spese sono spesso gli animali stessi.

Conclusione: quando la giustizia incontra il pelo del gatto

Il caso del gatto Rémi è diventato un piccolo simbolo delle contraddizioni moderne: tra diritto alla quiete, rispetto della proprietà e libertà degli animali.

E mentre la giustizia francese decide il destino del “gatto fuorilegge”, molti sui social ironizzano:

“Dovremmo costruire carceri per gatti?”

Per ora, Rémi resta confinato in casa — un ribelle in esilio, colpevole solo di seguire la sua curiosità felina.