Una figura eccentrica

L’uomo che si proclamò Imperatore degli Stati Uniti: la storia di Joshua A. Norton

A San Francisco era considerato un'istituzione. Quando fu arrestato la popolazione insorse e lo fece liberare. Al suo funerale c'erano 30.000 persone

L’uomo che si proclamò Imperatore degli Stati Uniti: la storia di Joshua A. Norton

Nel vasto panorama della storia americana esistono figure eccentriche che, pur non avendo mai detenuto un vero potere politico, hanno lasciato un segno indelebile nella cultura popolare. Tra queste spicca Joshua Abraham Norton, passato alla leggenda come Imperatore Norton I degli Stati Uniti.

Dalla fortuna alla rovina

Norton nacque in Inghilterra nel 1818 e in gioventù emigrò prima in Sudafrica e poi a San Francisco, città che nel XIX secolo stava esplodendo grazie alla corsa all’oro. Per un certo periodo riuscì a costruirsi una solida fortuna come imprenditore, ma un investimento sbagliato nel commercio del riso lo portò rapidamente al tracollo economico.

L’ascesa di un imperatore improvvisato

Dopo il fallimento, Norton scomparve per qualche tempo dalla scena pubblica, salvo riemergere nel 1859 con una dichiarazione che lasciò tutti senza parole: si autoproclamò Imperatore Norton I degli Stati Uniti, aggiungendo in seguito anche il titolo di “Protettore del Messico”.

Con grande serietà firmava proclami ufficiali, scritti a mano o pubblicati sui giornali, nei quali ordinava lo scioglimento del Congresso, chiedeva la costruzione di un ponte tra San Francisco e Oakland (un’idea che molti decenni dopo divenne realtà), o proponeva riforme sociali e politiche di sorprendente lungimiranza.

Un sovrano amato dal popolo

La cosa straordinaria è che la città di San Francisco prese sul serio – o forse con affettuosa ironia – questo “imperatore”. Norton girava per le strade in uniforme militare decorata, con una piuma nel cappello, ed era salutato con rispetto da cittadini e autorità. Molti teatri riservavano un posto d’onore alle sue apparizioni, i ristoranti lo accoglievano gratuitamente e la stampa locale pubblicava regolarmente i suoi decreti.

Quando un giorno fu arrestato per vagabondaggio, la reazione popolare fu talmente indignata che la polizia fu costretta a liberarlo con tanto di scuse ufficiali. Da quel momento, gli agenti salutarono sempre Norton con gli onori riservati a un vero capo di Stato.

La morte di un imperatore… e la nascita della leggenda

Joshua Norton morì improvvisamente nel 1880, crollando in strada. Al suo funerale parteciparono circa 30.000 persone: un numero impressionante per un uomo che, ufficialmente, non aveva alcun potere.

Oggi la sua memoria vive ancora a San Francisco, dove è ricordato come un simbolo di stravaganza, tolleranza e spirito visionario. Persino alcuni movimenti culturali lo celebrano come un esempio di “sovranità immaginaria”, capace di unire le persone attraverso il sogno e la fantasia.