L'ambasciatore di nazioni inventate
L'incredibile trovata (finita malissimo) di un fantasioso cittadino indiano

Ci sono sogni che sembrano troppo belli per essere veri. Tipo: lavorare in una località esotica chiamata Westarctica, intrattenere affari milionari con la Repubblica di Ladonia, o diventare console onorario di Seborga (sì, proprio quel paesino in Liguria che si autoproclama principato). Eppure c’è chi ci ha creduto. E ha pure pagato profumatamente per farlo.
L'ambasciatore di nazioni inventate
Protagonista di questa vicenda al limite tra il surreale e il geniale è Harshvardhan Jain, un cittadino indiano che ha pensato bene di trasformare un elegante bungalow nella zona chic di Kavi Nagar, a Ghaziabad, in un'ambasciata di... nazioni che non esistono. Ma non si è limitato a una sola: Jain si è spacciato, a rotazione, come ambasciatore di Seborga, Westarctica, Poulvia, e altre perle della geopolitica immaginaria.
Con documenti falsi, targhe diplomatiche taroccate e uno spiccato talento per la messinscena, Jain è riuscito a convincere decine di persone – professionisti, imprenditori e perfino qualche funzionario – che potevano ottenere passaporti, incarichi di prestigio e ricchissime opportunità di business nei suoi regni di fantasia. Bastava, ovviamente, sborsare qualche migliaio di dollari. O decine, in certi casi.
L'ufficio diplomatico
Nel suo “ufficio diplomatico”, l’arredamento era impeccabile: bandiere, stemmi, diplomi stampati su carta patinata, e perfino un campanello da ambasciata (che probabilmente suonava l’inno nazionale di Seborga, se esiste). Le “cerimonie di nomina” si svolgevano con tanto di fotografie ufficiali, discorsi solenni e buffet finale. Il tutto, condito da un inglese forbito e da storie strappalacrime su come Poulvia fosse pronta ad accogliere “menti brillanti dell’economia globale”.
Il problema? Nessuna di queste nazioni esiste davvero. O meglio: esistono nella mente di pochi appassionati di micronazioni, oppure come performance artistiche, provocazioni politiche o sogni utopici. Ma nel mondo reale, non hanno ambasciatori, né affari da proporre.
E' finita malissimo
La farsa è finita quando qualcuno ha finalmente alzato il sopracciglio: “Ma dov’è Westarctica sulla mappa?”. Un’indagine della polizia ha fatto crollare il castello di carte. O meglio: il principato immaginario.
Arrestato, Harshvardhan Jain dovrà ora rispondere di truffa, falsificazione di documenti e abuso di fiducia. Ma una domanda resta: è stato davvero un truffatore… o semplicemente un diplomatico con troppa immaginazione?