Impresa straordinaria

Kon-Tiki, la zattera preistorica che ha trascorso 101 giorni nell'oceano e riscritto la storia

Dall'idea dell’esploratore norvegese Thor Heyerdahl è nato anche un documentario che ha vinto l'Oscar

Kon-Tiki, la zattera preistorica che ha trascorso 101 giorni nell'oceano e riscritto la storia
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Il 7 agosto 1947, dopo 101 giorni in balia dell’oceano Pacifico, la zattera Kon-Tiki, costruita in legno di balsa, si schiantò contro la barriera corallina dell’atollo di Raroia, nelle remote isole Tuamotu, in Polinesia Francese. Fu la conclusione drammatica e simbolica di un viaggio straordinario, lungo circa 7000 chilometri, iniziato sulla costa del Perù e guidato dall’esploratore norvegese Thor Heyerdahl.

La storia della zattera Kon-Tiki

Heyerdahl non era solo un avventuriero, ma anche un antropologo determinato a mettere alla prova una teoria controversa: che le antiche popolazioni del Sud America potessero aver colonizzato parte della Polinesia, attraversando il Pacifico a bordo di semplici imbarcazioni. Secondo la teoria prevalente dell’epoca, le isole del Pacifico erano state popolate da genti provenienti dal sud-est asiatico, navigando da ovest verso est. Heyerdahl voleva dimostrare che il viaggio inverso – da est verso ovest – fosse non solo possibile, ma plausibile anche con i mezzi preistorici.

La zattera Kon-Tiki

Per dimostrare la sua ipotesi, Heyerdahl costruì la Kon-Tiki utilizzando esclusivamente materiali e tecniche che potevano essere disponibili agli antichi popoli andini. La zattera, lunga circa 14 metri, era fatta di tronchi di balsa, legati con corde di canapa, e dotata di una vela quadrata. Nessun chiodo, nessun motore. L’equipaggio, composto da sei uomini, salpò il 28 aprile 1947 da Callao, in Perù.

101 giorni sull’oceano

Il viaggio fu lungo, difficile e pieno di imprevisti. La Kon-Tiki fu trasportata dalle correnti e dai venti, dimostrando che una zattera preistorica avrebbe potuto seguire lo stesso percorso. Durante la traversata, l’equipaggio affrontò tempeste, squali e giorni di calma piatta, ma anche momenti di meraviglia, come l’incontro con gigantesche mante, pesci volanti e acque fluorescenti.

Alla fine, dopo oltre tre mesi in mare, la Kon-Tiki raggiunse il suo obiettivo, impattando contro la barriera corallina di Raroia. L’equipaggio sopravvisse e fu accolto dagli abitanti dell’atollo.

Un esperimento che fece storia

Il successo dell’impresa fece il giro del mondo. Il documentario girato durante la spedizione vinse un Premio Oscar nel 1951, e il libro di Heyerdahl, Kon-Tiki, divenne un best-seller internazionale.

Anche se la teoria di Heyerdahl non è stata completamente accettata dalla comunità scientifica (oggi si ritiene che la Polinesia sia stata effettivamente colonizzata da ovest, ma che siano possibili contatti secondari dal Sud America), il viaggio della Kon-Tiki rimane una delle più affascinanti dimostrazioni di ciò che l’ingegno umano e il coraggio possono realizzare.

L’eredità della Kon-Tiki

Oggi, la Kon-Tiki è esposta al Kon-Tiki Museum di Oslo, in Norvegia, come simbolo di esplorazione, curiosità scientifica e sfida alle convenzioni. L’impresa di Heyerdahl continua a ispirare esploratori, studiosi e sognatori in tutto il mondo, ricordando che per scoprire nuovi mondi, a volte, bisogna avere il coraggio di andare controcorrente.