DIMENTICATO

Famoso di nome ma non di fatto (almeno finora): mummificato da 12 anni in casa

Antonio Famoso sarebbe morto tra il 2010 e il 2013, ma per anni nessuno ha notato la sua assenza. Anche perché continuava a pagare bollette e spese condominiali

Famoso di nome ma non di fatto (almeno finora): mummificato da 12 anni in casa

Per dodici anni nessuno ha saputo nulla di lui. Né i vicini, né i parenti, né gli amici. A dirla tutta, pare che nessuno si sia nemmeno chiesto dove fosse finito.

Solo una perdita d’acqua, pochi giorni fa, ha svelato la sua storia: quella di Antonio Famoso, pensionato di Valencia trovato mummificato nel suo appartamento del quartiere popolare di Fuensanta, dove giaceva — vestito, in silenzio — da più di un decennio.

Un segreto nascosto da anni

Sabato 11 ottobre 2025, intorno alle 16, i vigili del fuoco sono intervenuti in un edificio – nell’immagine di copertina – di Calle Luis Fenollet per una semplice infiltrazione d’acqua, causata dalle forti piogge che hanno colpito la regione.

Forzando una finestra del sesto piano, i pompieri si sono trovati davanti a una scena che difficilmente dimenticheranno: il corpo mummificato di un uomo di 86 anni, riverso in una delle camere da letto, circondato da piccioni morti, escrementi e cumuli di polvere.

Gli agenti accorsi sul posto hanno confermato che il cadavere si trovava in avanzato stato di decomposizione, ma senza segni di violenza: l’ipotesi più probabile è quella di una morte naturale.

Un fantasma che continuava a pagare le bollette

Secondo le prime ricostruzioni, Antonio Famoso sarebbe morto tra il 2010 e il 2013, ma per anni nessuno ha notato la sua assenza. L’appartamento era rimasto chiuso dall’interno e la finestra aperta aveva permesso a uccelli e insetti di entrare, cancellando con il tempo ogni traccia di odore.

Intanto, la burocrazia andava avanti come se nulla fosse: la pensione continuava a essere accreditata sul suo conto, e da lì venivano automaticamente pagate le bollette e le spese condominiali. Così Antonio, anche da morto, è rimasto un inquilino modello — silenzioso, puntuale e invisibile.

“Pensavamo fosse in una casa di cura”

I vicini lo ricordano appena.

Era sempre da solo, salutava e si faceva i fatti suoi”, raccontano alcuni residenti a El País. “Quando abbiamo smesso di vederlo, abbiamo pensato fosse andato in una casa di riposo.”

Qualcuno ammette di aver sentito uno strano odore anni fa, ma era sparito in pochi giorni. Altri, arrivati dopo la sua scomparsa, non lo avevano mai conosciuto affatto.

L’ultima traccia ufficiale della sua presenza risale al gennaio 2013, annotata in un verbale di assemblea condominiale. Poi il silenzio.

Un addio nel silenzio

Famoso aveva due figli, ma da tempo aveva interrotto ogni rapporto con la famiglia. Dopo la separazione dalla moglie, circa trent’anni fa, aveva scelto una vita riservata, fatta di passeggiate, spesa al supermercato e lunghe giornate in casa.

Poi, a un certo punto, è semplicemente scomparso. E nessuno, per dodici anni, ha bussato alla sua porta.

Gli inquirenti spagnoli stanno ora cercando di chiarire le dinamiche amministrative del caso — a partire dai pagamenti ancora attivi e dal conto corrente del pensionato — ma al di là degli aspetti burocratici, la vicenda di Antonio Famoso è il ritratto di un male silenzioso e sempre più diffuso: la solitudine invisibile di chi vive e muore ai margini delle relazioni, dimenticato da tutti.

Famoso di nome, sì — ma non di fatto. Almeno finora.