“Se il fico d’India fa bene alla pelle, perché non usarlo per crearne una nuova?”.
Da questa particolare domanda, è nata una delle invenzioni più sorprendenti degli ultimi anni. A porsela sono stati Adrián López Velarde e Marte Cázarez, due giovani messicani con un sogno: trasformare la moda in un settore davvero sostenibile.
Nel 2019, dopo due anni di ricerca e sperimentazione, i due hanno presentato al mondo Desserto, il primo biomateriale ricavato dalle foglie del cactus nopal (conosciuto anche come fico d’India). Una “pelle vegetale” resistente, flessibile, cruelty-free e biodegradabile che oggi attira l’attenzione di stilisti, case di moda e persino dell’industria automobilistica.
Un raccolto che non fa male a nessuno
Il segreto di Desserto sta nella coltivazione: a Zacatecas, in Messico, in un ranch di 14 acri, vengono raccolte solo le foglie mature del cactus, senza abbattere né danneggiare la pianta. Ogni 6-8 mesi si può effettuare un nuovo raccolto, e il cactus cresce senza bisogno di irrigazione intensiva: basta l’acqua piovana e la ricchezza minerale del terreno. Una pianta che, tra l’altro, resiste alle basse temperature, rigenera i suoli degradati e assorbe molta più CO2 di quanta ne produca la sua lavorazione.
Il processo produttivo è ingegnoso ma naturale: le foglie vengono pulite, macinate, lasciate essiccare al sole per tre giorni e poi ridotte in polvere fine. Da questa base organica nasce il materiale, trattato con tecniche brevettate fino a ottenere un tessuto che replica in tutto e per tutto l’aspetto della pelle animale.
Una pelle amica dell’ambiente
Rispetto alle alternative sintetiche – come PVC e poliuretano, economiche ma inquinanti e non biodegradabili – la pelle di cactus è una svolta. Costa circa 25 dollari al metro, ma è priva di sostanze tossiche come bisfenolo A e ftalati, è parzialmente biodegradabile e soprattutto non richiede allevamenti intensivi.
Il 50% del raccolto viene inoltre destinato all’industria alimentare: due settori, moda e cibo, possono così convivere grazie a un’unica coltura. Le applicazioni sono infinite: borse, scarpe, cinture, divani, poltrone e persino interni per automobili.

“Qualunque oggetto realizzato oggi in pelle animale o sintetica può essere sostituito con la nostra pelle vegetale – spiegano i fondatori –. Così risparmiamo miliardi di animali e diamo respiro al pianeta”.
Non a caso, l’esordio internazionale è avvenuto a Milano, durante Lineapelle, la più importante fiera dedicata al settore. E da allora Desserto ha conquistato brand e designer, diventando simbolo di una moda che vuole parlare la lingua della sostenibilità.
Oggi la loro “pazzia” ha il sapore di una rivoluzione: una pelle che nasce da una pianta millenaria, simbolo del Messico, e che potrebbe riscrivere il futuro della moda globale.
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