In Cina

Dà al collega il "siero della verità" per scoprire i suoi piani, finisce malissimo

In un viaggio di lavoro aveva scoperto la misteriosa sostanza e l'ha testata su un collega, ma è stato denunciato e arrestato

Dà al collega il "siero della verità" per scoprire i suoi piani, finisce malissimo
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Una notizia curiosa e inquietante allo stesso tempo ha attirato l’attenzione dei media cinesi negli ultimi giorni: un uomo è stato condannato al carcere per aver somministrato ripetutamente una sostanza definita “siero della verità” a un collega di lavoro, nel tentativo di carpirgli informazioni riservate.

Dà al collega il "siero della verità"

Il protagonista della vicenda è un uomo identificato con il cognome Li, dipendente presso un’azienda con sede a Shanghai. Secondo quanto riportato, durante un viaggio d’affari, Li sarebbe venuto a conoscenza di un misterioso prodotto venduto come “truth serum” – un liquido che, secondo il venditore, avrebbe la capacità di far confessare chiunque con poche gocce, rendendolo incapace di trattenere segreti.

Affascinato da questa promessa quasi cinematografica, Li ha acquistato la sostanza, decidendo di testarla sul collega Wang, di cui voleva conoscere i progetti lavorativi e le strategie professionali. In più occasioni, avrebbe quindi mescolato il liquido nella bevanda di Wang, all’insaputa di quest’ultimo.

Scoperto e denunciato

Il comportamento di Li è stato però scoperto e denunciato. Le autorità hanno avviato un’indagine, che ha portato al suo arresto. Gli esami tossicologici e le prove raccolte hanno confermato l’avvenuta somministrazione della sostanza, ritenuta potenzialmente pericolosa per la salute.

Li è stato condannato alla detenzione per aver violato la privacy e l’integrità fisica del collega, oltre che per aver utilizzato una sostanza non autorizzata a scopo manipolativo. Le autorità non hanno reso pubblici ulteriori dettagli sulla composizione del presunto “siero della verità”, ma hanno sottolineato la gravità dell’atto, condannandolo come un chiaro abuso di fiducia in ambiente lavorativo.

Il caso ha suscitato un acceso dibattito sui social cinesi, tra chi condanna fermamente il gesto e chi, pur riconoscendone la pericolosità, rimane incuriosito dal misterioso “siero”. Le autorità hanno colto l’occasione per lanciare un monito:

“Qualsiasi tentativo di manipolazione mentale o fisica senza consenso è un reato grave e verrà punito severamente”.