Scoperta l'impronta digitale più antica del mondo: l'autoritratto che risale a 43.000 anni fa
Ritrovata a Segovia, in Spagna: potrebbe cambiare la concezione della storia

Nel riparo sotto roccia di San Lázaro, nei pressi di Segovia (nel cuore della Spagna), un team di archeologi ha fatto una scoperta straordinaria: su un ciottolo di granito dal profilo vagamente simile a un volto umano è stata rinvenuta un’impronta digitale impressa in pigmento ocra rossa, datata a circa 43.000 anni fa, e attribuita a un Neanderthal. Si tratta della più antica finora rintracciata nel mondo.
L'impronta digitale più antica del mondo: il ritrovamento
Il ciottolo, di circa 21 x 11 centimetri, presenta tre cavità naturali disposte in modo da ricordare un volto umano: due “occhi” e una “bocca”. Su una di queste è stato applicato un punto rosso con pigmento ocra, nel quale è visibile un’impronta digitale umana.
Le analisi hanno escluso l’uso funzionale del sasso: non si tratta di un utensile, ma probabilmente di un oggetto simbolico.
Analisi scientifiche: pigmento, impronta, intenzionalità
Il pigmento è ocra ferrosa, non presente naturalmente nel sito: è stato trasportato e applicato con cura. La polizia scientifica spagnola ha confermato che l’impronta è umana, tramite confronto con moderne mappe papillari.
L’applicazione del pigmento ha meno dell’1% di probabilità di essere casuale: è intenzionale, quasi una firma.

Cosa rivela questa impronta? Simbolismo e cognizione Neanderthal
Questa scoperta rafforza l’idea che i Neanderthal possedessero una forma di pensiero simbolico avanzato. Secondo gli studiosi, il gesto di evidenziare le cavità del ciottolo con pigmento colorato implica:
- Capacità di astrazione e riconoscimento di forme (pareidolia).
- Attribuzione di significato a oggetti naturali.
- Forse una forma embrionale di arte preistorica.
Una forma di arte portatile?
Il reperto è stato definito “arte portatile preistorica”: un oggetto raccolto, colorato e trasportato (per oltre 5 km) senza funzione pratica evidente. Questo avvalora la teoria che anche i Neanderthal praticassero attività simboliche ben prima dell’arrivo dell’Homo sapiens in Iberia.
Il dibattito tra gli esperti
Alcuni paleoantropologi restano cauti:
“L’ocra è stata chiaramente applicata intenzionalmente, ma il volto... forse lo vediamo solo noi", ha spiegato Bruce Hardy, antropologo.
Altri vedono nella scoperta una prova delle capacità cognitive complesse dei Neanderthal, già noti per sepolture rituali, uso di pigmenti e organizzazione sociale.
Un'impronta che cambia la storia
Ad ogni modo, la scoperta dell’impronta digitale più antica del mondo a Segovia rappresenta una pietra miliare nello studio della preistoria e dell’evoluzione del comportamento umano. Un semplice tocco su un ciottolo, vecchio di 43.000 anni, potrebbe essere il primo “autoritratto” della storia umana.