Una startup tecnologica russa sta sperimentando una soluzione al limite tra scienza e fantascienza: neuro-impianti inseriti nel cervello delle mucche per stimolare l’aumento della produzione di latte.
La protagonista di questa innovazione è Neiry, che si è guadagnata il titolo di prima azienda al mondo a testare questo approccio estremo quando tutti i metodi tradizionali risultano inefficaci.
Come funzionano i neuro-impianti per mucche
Gli specialisti di Neiry hanno già eseguito interventi chirurgici su cinque bovini, installando un piccolo stimolatore nella parte posteriore della testa e una serie di elettrodi che penetrano in profondità nel cervello.
Lo scopo? Raggiungere le aree che regolano appetito, stress e funzione riproduttiva, stimolandole tramite impulsi elettrici.
Sorprendentemente, secondo quanto riportato dall’agenzia russa Ria Novosti, le mucche sarebbero rimaste coscienti durante l’operazione, non avrebbero mostrato effetti collaterali e sarebbero tornate subito al ciclo produttivo.
I primi risultati e le promesse
Neiry non ha ancora diffuso dati ufficiali, ma afferma che la produzione di latte è già migliorata. Gli scienziati stanno studiando programmi di stimolazione mirati: per esempio, se una mucca mostra calo di appetito, il sistema può attivare una modalità specifica per favorire il recupero.
Secondo l’investitore Alexey Mariza, la tecnologia potrebbe rivoluzionare l’industria lattiero-casearia, offrendo un vantaggio competitivo enorme agli allevamenti. Nonostante l’ammissione che i dispositivi richiedono ancora perfezionamenti, l’azienda è convinta che siano già pronti per una futura commercializzazione su larga scala.
Le critiche e i dubbi etici
Non mancano però le polemiche. Andrey Neduzhko, direttore generale del gruppo agricolo Steppe, ha definito i neuro-impianti rischiosi per gli animali e poco redditizi a causa dell’alto costo.
Neiry, dal canto suo, sostiene di aver individuato soluzioni per abbattere i prezzi, come l’utilizzo di una sala operatoria mobile in grado di eseguire gli impianti direttamente nelle fattorie.
Una rivoluzione o una follia?
La sperimentazione apre un dibattito acceso: fino a che punto è lecito spingersi per aumentare la produttività agricola? L’idea di mucche “potenziate” con chip nel cervello può sembrare inquietante, ma potrebbe davvero trasformare il futuro della produzione di latte.
Per ora resta una delle notizie più curiose e controverse dal mondo dell’agricoltura tecnologica.