3I/ATLAS

Difesa planetaria in allerta: la cometa interstellare che sfida la scienza

La NASA attiva per la prima volta protocolli di protezione planetaria contro un oggetto alieno

Difesa planetaria in allerta: la cometa interstellare che sfida la scienza

Se le comete fossero persone, 3I/ATLAS sarebbe quel tipo che entra a una festa, non conosce nessuno, eppure nel giro di cinque minuti tutti parlano solo di lui.

Solo che qui non siamo a una festa, ma nel Sistema Solare, e questa “ospite interstellare” ha così tante stranezze addosso che la NASA ha tirato fuori – per la prima volta – il protocollo di difesa planetaria dedicato agli oggetti provenienti da altri sistemi stellari.

Difesa planetaria in allerta

E no, non perché stia per colpirci: al suo massimo avvicinamento sarà a 1,6 unità astronomiche (240 milioni di km). Ma perché nessuno riesce a spiegare davvero che cosa sia.

Scoperta nel luglio 2025 dal sistema di sorveglianza ATLAS, la cometa ha subito attirato l’attenzione: 45 chilometri di diametro, una taglia extra-large per un visitatore interstellare, abbastanza da far drizzare le antenne a tutti i centri di monitoraggio.

E poi è arrivata la prima sorpresa: gli spettrometri hanno rilevato emissioni di un composto al nichel mai visto prima. Non un “raro”. Non un “strano”. Un completamente sconosciuto ai libri di chimica.

La coda che punta nella direzione sbagliata

Ma il vero colpo di scena è l’anti-coda: un flusso di particelle diretto verso il Sole invece che allontanarsene. È come se qualcuno avesse deciso di ignorare le leggi della fisica e riscrivere da zero la parte dedicata alla pressione di radiazione.

Gli astrofisici, per ora, oscillano tra il “probabilmente un fenomeno raro ma naturale” e il “ok, questa non l’avevamo prevista”.

Accelerazioni misteriose

La traiettoria non è meno enigmatica: le accelerazioni misurate non coincidono perfettamente con quanto previsto dai modelli gravitazionali standard. Una discrepanza sufficiente a far classificare 3I/ATLAS come “caso prioritario” dall’International Asteroid Warning Network.

È a questo punto che entra in scena Avi Loeb, l’astrofisico di Harvard famoso per non tirarsi mai indietro quando c’è da proporre ipotesi coraggiose. La sua teoria? La cometa potrebbe utilizzare la manovra di Oberth – una tecnica avanzata per ottenere enormi cambi di velocità sfruttando il campo gravitazionale di una stella. Una manovra normalmente associata a navicelle estremamente evolute più che a palle di ghiaccio e roccia.

La maggioranza degli scienziati, invece, preferisce maggior pragmatismo: secondo Tom Styler della NASA, tutti i dati raccolti finora sono compatibili con una cometa naturale, per quanto “davvero eccezionale”.

Nasce un’indagine planetaria

Dal 27 novembre 2025 al 27 gennaio 2026 partirà una massiccia campagna osservativa internazionale. Due mesi di misurazioni, telescopi puntati, radar sincronizzati e confronti serrati.

Parallelamente, la NASA testerà nuovi protocolli di risposta rapida e affinerà i sistemi di tracciamento per qualsiasi misterioso turista interstellare dovesse decidere di farci visita in futuro.

In sostanza: 3I/ATLAS potrebbe non essere un pericolo, ma è sicuramente un’insegnante severa. E il messaggio è chiaro: il Sistema Solare è molto più trafficato – e sorprendente – di quanto immaginassimo.