Un'impresa eccezionale

Erik Weihenmayer e Sherman Bull: il primo non vedente e l'uomo più anziano a scalare l’Everest

Il 25 maggio 2001 la storica spedizione sulla vetta più alta del mondo

Erik Weihenmayer e Sherman Bull: il primo non vedente e l'uomo più anziano a scalare l’Everest
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Il 25 maggio 2001, due alpinisti americani hanno scritto una pagina indelebile nella storia dell'alpinismo mondiale: Erik Weihenmayer, 32enne di Boulder, Colorado, è diventato il primo non vedente a raggiungere la vetta del Monte Everest, mentre Sherman Bull, 64enne di New Canaan, Connecticut, è divenuto la persona più anziana a conquistare la cima della montagna più alta del mondo.

Erik Weihenmayer: il primo non vedente che scalò l'Everest

Erik Weihenmayer, cieco dall'età di 13 anni a causa di una malattia degenerativa della retina, ha dimostrato che la determinazione e il coraggio possono superare qualsiasi barriera. Utilizzando tecniche speciali, come seguire il suono di campanelli legati agli zaini dei compagni e l'uso di bastoni per percepire il terreno, ha affrontato con successo le insidie dell'Everest, inclusi i pericolosi crepacci del Khumbu Icefall.

Erik Weihenmayer

La sua impresa ha ricevuto ampio riconoscimento, portandolo sulla copertina del Time e ispirando il documentario "Farther Than the Eye Can See". Successivamente, Weihenmayer ha completato le Seven Summits, scalando le vette più alte di ogni continente, un traguardo raggiunto da pochi alpinisti e unico nel suo genere per una persona non vedente.

Sherman Bull, l'uomo più anziano sulla vetta del mondo

Sherman Bull, medico chirurgo in pensione, ha raggiunto la vetta dell'Everest all'età di 64 anni, superando il precedente record detenuto dal giapponese Toshio Yamamoto. Accompagnato dal figlio Brad, con il quale ha formato la seconda coppia padre-figlio a raggiungere insieme la cima, Bull ha dimostrato che l'età non è un ostacolo per realizzare grandi imprese.

Sherman Bull

La spedizione, composta da 19 membri, è stata la più numerosa a raggiungere contemporaneamente la vetta dell'Everest fino a quel momento.

Un messaggio universale

L'ascensione di Weihenmayer e Bull non è solo una testimonianza di abilità alpinistica, ma anche un potente simbolo di inclusione e perseveranza. Le loro storie continuano a ispirare persone in tutto il mondo, dimostrando che con determinazione e supporto, è possibile superare qualsiasi ostacolo.