IL VIDEO VIRALE

Una balenottera a spasso nel Mediterraneo: l'avvistamento nel Golfo di Napoli

Le immagini del maestoso cetaceo hanno subito fatto il giro dei social. Dietro il semplice video si nasconde una storia affascinante e complessa

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C’è chi si affaccia dal ponte del traghetto aspettandosi solo il solito panorama tra Capri e la penisola sorrentina. Ma per Marianna Romano, passeggera a bordo di una nave di linea, quella del 19 giugno 2025 è stata una traversata tutt’altro che ordinaria: dalle acque blu del Golfo di Napoli è emerso un colosso gentile, una balenottera comune.

Il video virale della balenottera

Le immagini del maestoso cetaceo hanno subito fatto il giro dei social, lasciando gli utenti a bocca aperta. Un evento spettacolare, senza dubbio, ma non così raro come si potrebbe pensare. Le balenottere comuni, infatti, frequentano regolarmente il Mediterraneo durante le loro migrazioni stagionali.

 

 

E proprio quell’area tra Capri e Sorrento è classificata come Important Marine Mammal Area (IMMA) dall'IUCN – l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura – per la sua importanza nella protezione e nel monitoraggio di questi animali.

La storia dietro l'avvistamento

A raccontarci qualcosa in più su questi giganti discreti è la Dott.ssa Diana D’Agata, veterinaria esperta in fauna marina e attualmente nel Regno Unito. Secondo lei, sappiamo ancora poco dei loro percorsi e delle loro abitudini nel Mediterraneo. La ricerca si affida per lo più ad avvistamenti come quello di Marianna. Eppure, c’è chi le balene non le guarda: le ascolta.

Nel silenzio profondo del mare, infatti, opera l’osservatorio NEMO-SN1, una struttura sottomarina dotata di sensori acustici in grado di registrare i richiami delle balenottere 24 ore su 24. I suoni, captati al largo e inviati a un laboratorio nel porto di Catania, rivelano il passaggio di questi animali anche quando nessun occhio umano riesce a scorgerli. È come una rete invisibile, un orecchio gigante che scruta l’oceano.

E non solo: i dati raccolti da NEMO-SN1, analizzati nell’ambito del progetto FIRB-2008 SMO, hanno permesso agli studiosi – tra cui Virginia Sciacca, dottoranda all’Università di Messina – di misurare anche l’impatto dell’inquinamento acustico prodotto dall’uomo. Le balenottere comuni comunicano con suoni bassissimi, intorno ai 20 Hertz, perfetti per viaggiare a lungo sott’acqua. Ma con l’aumento del traffico navale e di altre attività umane, quei segnali si perdono, si confondono, si interrompono. Il rischio? Che questi giganti non riescano più a “parlarsi”, mettendo in pericolo la loro stessa sopravvivenza.

E così, dietro il semplice video di una balena che si affaccia tra le onde, si nasconde una storia affascinante e complessa. Un promemoria che il mare è vivo, ascolta, e ha ancora molto da raccontare – a chi ha voglia di guardare (e di ascoltare) un po’ più a fondo.

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