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Quando l’acqua va in salita: l’antico acquedotto romano che sfida la gravità

A Alatri, nel cuore del Lazio, un’opera ingegneristica di 2000 anni fa sembra ribaltare le leggi della fisica

Quando l’acqua va in salita: l’antico acquedotto romano che sfida la gravità
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Che l’acqua scorra sempre verso il basso è una delle prime lezioni che impariamo da bambini. Eppure, c’è un angolo d’Italia in cui questo principio sembra essere stato elegantemente aggirato. Siamo ad Alatri, in provincia di Frosinone, dove un antico acquedotto romano ha fatto qualcosa di apparentemente impossibile: ha fatto salire l’acqua.

Una vera e propria sfida alle leggi della fisica.

Quando l’acqua va in salita

Costruito intorno al 150 a.C., l’acquedotto è attribuito al censore Lucio Betilieno Varo e potrebbe essere il più antico d’Italia. Ma ciò che lo rende davvero unico non è l’età, bensì il modo in cui funziona. A differenza della maggior parte degli acquedotti romani – che sfruttavano semplicemente la forza di gravità per far scorrere l’acqua – quello di Alatri si affida a un sistema ben più sofisticato: i sifoni idraulici.

Per capire il trucco, basta pensare a una cannuccia immersa in un bicchiere d’acqua: se soffi da un’estremità, l’acqua sale. I Romani applicarono lo stesso principio su scala monumentale. L’acqua veniva fatta scendere in condotti sigillati, generando una pressione tale da farla risalire, superando un dislivello di ben 140 metri. Il tutto con una portata impressionante: oltre 180 litri al secondo e una pressione stimata di circa 10 atmosfere.

Grandi conoscitori delle leggi fisiche

Non c’è nessuna magia, solo una conoscenza della fisica e dell’idraulica che, ancora oggi, lascia gli ingegneri a bocca aperta. E Alatri non è un caso isolato: i Romani replicarono sistemi simili in altre parti dell’Impero, dimostrando una padronanza della tecnologia degna dell’età moderna.

Insomma, l’acquedotto di Alatri è la prova vivente che i Romani non solo costruivano strade e anfiteatri, ma sapevano anche far "salire" l’acqua. Altro che gravità!