Il ritorno inaspettato dei cammelli in Europa per via del cambiamento climatico
Sebbene oggi l'immagine dei cammelli sia indissolubilmente legata ai deserti del Medio Oriente e del Nord Africa, la loro storia in Europa è più lunga e articolata di quanto si possa immaginare

Negli ultimi anni, il cambiamento climatico ha dato il via a fenomeni sorprendenti, ma chi avrebbe mai pensato che tra questi ci sarebbe stato il ritorno dei cammelli in Europa? Eppure, secondo uno studio recente, le condizioni climatiche in continua evoluzione potrebbero favorire la ricomparsa di questi animali in territori dove un tempo erano una presenza consolidata.

Cammelli in Europa: un passato dimenticato
Sebbene oggi l'immagine dei cammelli sia indissolubilmente legata ai deserti del Medio Oriente e del Nord Africa, la loro storia in Europa è più lunga e articolata di quanto si possa immaginare. Già nell'antica Roma, questi animali erano utilizzati per il trasporto e in ambito militare, apprezzati per la loro resistenza e velocità superiori a quelle dei cavalli. Anche nel Medioevo, i cammelli mantennero un ruolo di rilievo, non solo per le loro capacità di soma, ma anche in contesti cerimoniali e simbolici. Tuttavia, con il Rinascimento, la loro presenza si ridusse progressivamente, relegandoli a rarità esotiche nelle collezioni aristocratiche.
Un ritorno silenzioso
Oggi, il riscaldamento globale e la crescente desertificazione dell'Europa meridionale stanno creando un habitat più favorevole alla sopravvivenza dei cammelli. E in alcuni casi, questo ritorno è già iniziato. Attualmente, circa 6.000 cammelli vivono in Europa, con allevamenti distribuiti in diverse regioni italiane, dalla Sicilia alla Lombardia.
Uno dei centri più noti è la Fattoria Gmalà, situata alle pendici dell'Etna, a Trecastagni. Qui, il veterinario Santo Fragalà ha avviato il primo allevamento italiano di cammelli, specializzandosi nella produzione di latte di cammello, un alimento considerato un superfood per le sue proprietà nutritive e benefiche. Il latte viene impiegato non solo nell'industria alimentare, ma anche in quella cosmetica, con la creazione di creme e prodotti di bellezza.
Anche nel Lazio, in Toscana e in altre regioni del Nord Italia, si stanno diffondendo aziende agricole che allevano camelidi, tra cui dromedari e alpaca. Questi allevamenti offrono non solo prodotti esclusivi, ma anche esperienze turistiche particolari, attirando visitatori desiderosi di interagire con questi animali esotici.
Potrebbero essere il futuro dell'allevamento
Oltre al loro latte altamente digeribile e ricco di minerali, i cammelli rappresentano una soluzione sostenibile per l'agricoltura del futuro. A differenza del bestiame tradizionale, questi animali necessitano di meno acqua e possono nutrirsi di vegetazione povera, riducendo così l'impatto ambientale. Inoltre, la loro minore emissione di gas serra rispetto ai bovini rende l'allevamento di cammelli un'opzione più ecologica.
La crescente richiesta di latte di cammello in Europa ha già spinto alcuni paesi come Francia, Spagna, Germania e Paesi Bassi a investire in questo settore, con la nascita di aziende lattiero-casearie specializzate. Questo trend suggerisce che il ritorno dei cammelli nel continente non sia solo una curiosità, ma una realtà in espansione.
Se il clima continuerà a cambiare e le condizioni diventeranno sempre più favorevoli, potremmo assistere a una vera e propria rinascita dei cammelli in Europa. Questi animali, un tempo simbolo di ricchezza e potere nell'antichità, potrebbero ora diventare alleati preziosi per un'agricoltura più sostenibile e un turismo esperienziale sempre più richiesto. Forse, fra qualche decennio, vedere un cammello nelle campagne italiane non sarà più una rarità, ma una scena di vita quotidiana...