Il cacao è più vecchio di quanto si pensasse: ha 7,5 milioni di anni
Il genoma della pianta Theobroma cacao sì è diversificato fra il Pliocene e il Miocene, acquisendo le caratteristiche che lo contraddistinguono ancora oggi

Il cacao? Molto più "anziano" di quanto si credesse. Avrebbe circa 7 milioni e mezzo di anni. Lo indicano alcune analisi realizzate sull'albero Theobroma cacao e pubblicate sulla rivista Plos One.
Il cacao è vecchissimo: ha 7,5 milioni di anni
La ricerca è stata effettuata in Perù, coordinata da Daniel Tineo, dell'Universidad Nacional Toribio Rodríguez de Mendoza de Amazonas, e ha analizzato il Dna degli organelli delle cellule vegetali addetti alla fotosintesi, i cloroplasti e, con un lungo lavoro di sequenziamento e di confronto di sequenze genetiche, è giunto alla conclusione che il genoma della pianta Theobroma cacao sì è diversificato fra il Pliocene e il Miocene, acquisendo le caratteristiche che lo contraddistinguono ancora oggi.
La ricerca
Stando a quanto emerge dall’indagine, la divergenza tra Theobroma cacao e Theobroma grandiflorum è stata stimata a circa 10,11 milioni di anni fa, mentre il Theobroma cacao avrebbe iniziato a diversificarsi circa 7,55 milioni di anni fa.
“L’identificazione di un potenziale marcatore tra le specie – scrivono gli autori – potrebbe rivoluzionare il modo in cui classifichiamo le varietà di cacao. Questo studio rappresenta un importante passo avanti per comprendere l’evoluzione genetica di questa pianta. I nostri risultati potrebbero contribuire a migliorare la conservazione e la coltivazione dell’albero da cui deriva il cioccolato”.
“L’analisi dei genomi di Theobroma cacao apre nuove possibilità per la ricerca genetica, la selezione delle piante e la conservazione delle varietà di cacao di alta qualità”.
Nonostante la sua grande importanza e il valore economico, finora la pianta Theobroma cacao era stata analizzata molto poco dal punto di vista genetico. Questa lacuna è stata colmata adesso grazie alla tecnologia che ha permesso di mettere a confronto grandi sequenze di Dna in tempi rapidi, scoprendo importanti somiglianze ed elementi comuni.
Per avere una datazione più precisa, dicono i ricercatori, saranno comunque necessarie ulteriori analisi.