Si sono sposati davanti a Dio, ma non per lo Stato: a Messina una coppia scopre dopo un anno di vivere un “matrimonio fantasma”. Tutta colpa di una dimenticanza… del parroco!
“Matrimonio fantasma” a Messina: il prete dimentica la trascrizione e per lo Stato non sono mai stati sposati
Promesse d’amore, applausi e l’immancabile lancio di riso. Tutto perfetto, se non fosse per un piccolo dettaglio: il matrimonio non è mai esistito.
È successo davvero a Messina, dove una coppia si è ritrovata sposata davanti a Dio ma non davanti allo Stato italiano, per colpa di un errore clamoroso del parroco.
Nozze valide per la Chiesa, ma inesistenti per la legge
Loredana e Giuseppe si erano uniti nel 2009 nella splendida cornice del santuario della Madonna di Montalto, tra la commozione di amici e parenti. Peccato che il sacerdote, don Lorenzo Campagna, abbia dimenticato di trasmettere il certificato di matrimonio al Comune.
Risultato? Un matrimonio fantasma: tutto vero per la Chiesa, ma inesistente per lo Stato.
Solo dopo un anno la coppia ha scoperto l’errore. E quando la relazione è finita, si è aperto un caso che ha fatto discutere a lungo.
La lunga battaglia legale durata 15 anni
Loredana, decisa a sistemare le cose, ha chiesto la trascrizione tardiva dell’atto di matrimonio, così da poter almeno formalizzare la separazione. Ma Giuseppe ha detto no:
“Perché dare valore giuridico a un legame finito?”.
Da lì, la vicenda è finita in tribunale — e ci è rimasta per oltre quindici anni.
La donna ha citato in giudizio l’ex compagno, il parroco e persino la Curia arcivescovile, chiedendo un risarcimento per i danni morali ed economici.
Il Tribunale di Messina prima, la Corte d’Appello poi, hanno respinto le richieste. Infine, nel settembre 2025, la Corte di Cassazione ha messo la parola fine: ricorso inammissibile, niente risarcimento.
Una lezione (amara) sul matrimonio religioso
Il caso del “matrimonio fantasma” di Messina è diventato emblematico: in Italia, il matrimonio religioso ha valore legale solo se trascritto nei registri civili.
Senza quella formalità, niente effetti giuridici: niente separazione, niente diritti patrimoniali, niente “finché morte non vi separi”… almeno secondo lo Stato.