Una storia che incuriosisce, ma che commuove allo stesso tempo. E che ci ricorda lo straordinario legame che ciascuno di noi che ha un animale domestico riesce a creare con lui.
A Scortichino, frazione di Bondeno (Ferrara), ogni mattina alle 7.30 un piccolo meticcio compie un rituale straordinario: entra nel bar del paese e si siede sulla sedia del suo compagno umano, come faceva da 12 anni. Lui è Giorgio, non ha la stazza di un Akita, ma possiede la stessa dedizione che rese celebre Hachiko (in copertina una scena del film Hackiko – Il tuo migliore amico).
L’attesa che continua anche dopo la morte
Circa un mese fa, l’uomo che aveva adottato Giorgio dal canile è venuto a mancare. Nonostante ciò, il cane continua a presentarsi al bar, sperando di rivederlo. Paziente, attende, poi se ne va solo per tornare il giorno successivo, accolto dagli avventori che un tempo condividevano con lui i momenti di caffè e compagnia e che lo accarezzano e lo coccolino, sapendo poi che il giorno dopo tornerà.
La fedeltà dei cani e il dolore della perdita
Ma come è possibile spiegare razionalmente questa storia?
Come spiega il veterinario Federico Coccìa, autore di Con gli occhi del tuo cane, al Corriere della Sera, i cani non comprendono la morte ma sentono profondamente l’assenza del loro umano di riferimento. Questa mancanza può provocare stress, ansia, insonnia e inappetenza. Per aiutarli, è fondamentale mantenere le routine quotidiane, stimolarli con nuove attività e circondarli di affetto. Nei casi più complessi, un veterinario comportamentista può supportare il cane nel superare il dolore emotivo.
Hachiko: il simbolo della fedeltà canina
La storia di Hachiko, l’Akita che attese il ritorno del suo padrone alla stazione di Shibuya anche dopo la sua morte, ha ispirato libri e film, diventando un simbolo universale di amore e devozione. Come Hachiko, Giorgio dimostra che la fedeltà di un cane non conosce tempo né distanza.