ira di valditara

Maturità? No, grazie. Gianmaria salta l’orale per protesta, ma viene comunque promosso

A 19 anni, ha detto no all’ultima prova dell’esame per denunciare un sistema scolastico che – secondo lui – misura troppo e ascolta troppo poco

Maturità? No, grazie. Gianmaria salta l’orale per protesta, ma viene comunque promosso
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Il 27 giugno 2025, mentre in tutta Italia migliaia di studenti si sedevano di fronte alle commissioni d’esame, sudati e tremanti per l’orale di maturità, Gianmaria Favaretto, 19 anni, ex studente del liceo scientifico Enrico Fermi di Padova, ha fatto una scelta controcorrente: non si è presentato. Nessuna dimenticanza, nessuna ansia da prestazione. La sua è stata una protesta consapevole. Un atto di rottura.

Maturità? No, grazie. Gianmaria salta l’orale per protesta

Grazie ai 31 crediti accumulati nel triennio e ai buoni risultati nelle prove scritte, Gianmaria aveva già in tasca un voto solido. Ma l’orale? Lo ha saltato per una ragione precisa:

“Basta con la scuola del voto e della competizione malata”.

Favaretto gioca a rugby da anni, conosce la competizione e la rispetta. Ma, spiega, “la competizione sana è un’altra cosa”. Quella che ha visto tra i banchi, racconta, era fatta di classifiche non dichiarate, confronti velenosi e giudizi troppo affilati:

“Mi sembrava che i miei compagni venissero ridotti ai loro voti, e che quei numeri servissero solo a chi andava meglio per sentirsi superiore. Invece gli obiettivi dovrebbero essere condivisi. A scuola ho visto troppa solitudine e poco sostegno reciproco.”

Non un caso isolato

Il gesto di Gianmaria non è rimasto unico. Anche Maddalena Bianchi, studentessa di Belluno, ha scelto di fare scena muta all’orale, non per mancanza di preparazione, ma per denunciare un sistema che – secondo loro – “premia la performance, ignora i bisogni reali degli studenti e non ascolta davvero”.

La risposta del ministro? Niente più silenzi

Il gesto non è piaciuto al Ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che ha annunciato una riforma: niente più “proteste silenziose” all’orale. Chi sceglierà di non rispondere, verrà bocciato. Punto.

La risposta ha lasciato Gianmaria interdetto:

“Sono senza parole. Nessuno ci ha ascoltati. Un problema così si risolve con il dialogo, non con la forza. E questa mi sembra una risposta violenta.”

E la scuola? “Sfaticato”

Nemmeno dalla sua ex scuola sono arrivati applausi. La preside del liceo lo ha definito uno “sfaticato”, liquidando la protesta come un atto immaturo. Ma per Gianmaria, questo giudizio è la prova di quanto il sistema sia distante dalle esperienze reali degli studenti:

“Sono deluso. La scuola dovrebbe essere un luogo in cui si cresce, non solo dove si verificano nozioni. Invece tra i banchi ho visto una gara continua. E io credo che alla fine gli obiettivi si debbano raggiungere insieme, non l’uno contro l’altro.”

C’è chi lo considera coraggioso, chi lo etichetta come ingenuo. Ma il gesto di Gianmaria ha riaperto il dibattito su una scuola che, per molti giovani, appare ancora troppo legata a logiche di merito, di giudizio, di prestazione. Punto di vista lucido o scelta impulsiva? Ai posteri (e agli studenti) l’ardua sentenza.