QI 136

Il bambino è un piccolo genio e in classe si annoia, la maestra gli fa saltare la seconda elementare

E' accaduto in una scuola elementare in provincia di Padova, grazie all'esperienza (e all'intuizione) di una brava insegnante il piccolo alunno gifted ha trovato la giusta strada

Il bambino è un piccolo genio e in classe si annoia, la maestra gli fa saltare la seconda elementare
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Li chiamano bambini gifted, o plusdotati. Spesso il loro talento, che si delinea già nei primi anni di vita, non è conseguente ad un'educazione particolare, ma semplicemente un dono naturale, così come la loro intelligenza sopra la media.

Ma attenzione, non è tutto oro quello che luccica. Si tratta, infatti, di bambini che necessitano corretti e appropriati stimoli: il rischio, sennò, è quello di perdere la loro attenzione e vederli annoiati. In questo caso, a fare la differenza, soprattutto durante i primi anni delle elementari, è la lungimiranza dei maestri, capaci di cogliere il potenziale dei loro alunni. 

Maestra lungimirante scopre fra i banchi un piccolo genio e lo manda direttamente in terza (salvandolo dalla noia)
Bambino plusdotato

Ed è quello che, come racconta Prima Padova, è accaduto in una primaria in provincia di Padova, a Montegrotto, dove una maestra ci ha visto lungo, scoprendo di avere fra i banchi un piccolo genio. 

Alunno geniale: la maestra ci vede lungo e lo manda direttamente in terza

Il bimbo, nove anni, ha un Quoziente d'Intelligenza di 136, ben al di sopra della soglia di 130, che definisce la plusdotazione. L'ha intuito presto Stefania Lunardi, insegnante di lunga esperienza alla scuola primaria Ippolito Nievo.

Il piccolo alunno, ad appena sei anni, aveva la padronanza della lettura e della scrittura che normalmente si conquista ben più tardi. “Sapeva già tutto”, racconta Lunardi, ricordando quei primi giorni in classe. Nessun esercizio sembrava sfidarlo, nessuna attività riusciva a catturare davvero la sua attenzione. Il rischio? Che la scuola, anziché diventare un terreno fertile dove crescere, si trasformasse in una prigione fatta di noia e frustrazione.

E qui entra in scena la vera protagonista invisibile di questa storia: la lungimiranza. In un sistema che spesso preferisce adattare il bambino alla scuola piuttosto che la scuola al bambino, Lunardi ha scelto un’altra strada. Ha osservato, ascoltato, riflettuto. E poi ha agito. Dopo un anno di monitoraggio, ha suggerito alla madre del piccolo – una psicologa scolastica – di farlo sottoporre a un test del QI. Il risultato? Una conferma: il bambino era plusdotato.

Ma riconoscere il talento non basta. Serve anche il coraggio di valorizzarlo. Per questo Lunardi ha proposto qualcosa di raro e, spesso, scomodo: far saltare un anno scolastico. Una decisione che ha trovato il pieno appoggio della dirigente Roberta Scalone, la quale ha sottolineato quanto sia preziosa la capacità di un docente di "vedere oltre l’ordinario". Un gesto che non è solo educativo, ma profondamente umano.

Educare è anche saper osservare

La vicenda di Montegrotto non è un caso isolato. Sempre più spesso, le scuole si trovano davanti a studenti con capacità fuori dal comune, e purtroppo non sempre riescono a coglierne le esigenze. Emblematico il caso di Vicenza, dove un ragazzo geniale è stato bocciato alle medie... per noia. Solo l’intervento del TAR ha ribaltato la situazione, riconoscendo il diritto a un percorso scolastico personalizzato.

Questi episodi – così diversi eppure così simili – ci parlano della stessa cosa: la necessità di un’educazione su misura. Un’educazione che sappia accogliere, stimolare, valorizzare ogni tipo di intelligenza. Che vada oltre il programma e le etichette, per abbracciare il potenziale unico di ogni bambino.