genitori interdetti

Brescia, a scuola i compiti si pagano: fino a 1 euro a pagina per vedere le verifiche dei figli

Molti genitori parlano di “burocrazia eccessiva”, altri ironizzano: “A questo punto tanto vale chiedere il bollo da 16 euro sul dettato di italiano”

Brescia, a scuola i compiti si pagano: fino a 1 euro a pagina per vedere le verifiche dei figli

A Brescia, all’Istituto Comprensivo Nord 2, la burocrazia entra ufficialmente in classe — e non con un registro in mano, ma con una tariffa. Circa 1.600 famiglie hanno infatti ricevuto una circolare che ha lasciato molti genitori a bocca aperta (e portafoglio alla mano): per poter visionare i compiti in classe dei propri figli, bisognerà presentare una formale richiesta di accesso agli atti e pagare da 25 centesimi a 1 euro per ogni pagina.

Brescia, a scuola i compiti si pagano: fino a 1 euro a pagina per vedere i voti dei figli

La comunicazione, datata 25 ottobre 2025 e pubblicata anche sul sito ufficiale dell’istituto, è firmata dalla dirigente scolastica e, come prevedibile, ha acceso una vera e propria miccia di polemiche.

Secondo quanto riportato dal Giornale di Brescia, la circolare spiega che “gli elaborati scritti degli alunni sono atti amministrativi e devono essere conservati in originale presso la sede istituzionale”. Tradotto dal burocratese: i compiti corretti non possono essere mandati a casa.

Chi vuole una copia deve compilare un modulo, inoltrare una richiesta formale e allegare la ricevuta del pagamento previsto “per legge”. Un iter che sembra uscito da un ufficio comunale più che da un’aula scolastica.

Le scuole coinvolte nella misura sono le primarie Sauro, Arici, Alighieri e Quasimodo e le secondarie Virgilio e Pirandello, tutte appartenenti allo stesso istituto comprensivo.

Per tentare di smorzare le critiche, l’amministrazione scolastica ha precisato che “sarà sempre possibile la visione degli elaborati originali durante i colloqui individuali”. In pratica: niente fotocopie, ma si può dare un’occhiata ai compiti in versione “dal vivo”.

Genitori sul piede di guerra: “Un compito, non un atto notarile”

Come prevedibile, la reazione dei genitori non si è fatta attendere. Nei gruppi WhatsApp e sui social dedicati alle scuole bresciane, circolano da ore messaggi di protesta e richieste di chiarimento.

Molti parlano di “burocrazia eccessiva”, altri ironizzano:

“A questo punto tanto vale chiedere il bollo da 16 euro sul dettato di italiano”.

Altri ancora invocano l’intervento dell’Ufficio scolastico provinciale, per capire se la procedura sia davvero conforme alle norme sulla trasparenza amministrativa e sul diritto di partecipazione delle famiglie alla vita scolastica.

Cosa dice la legge (e dove inizia il caos giuridico)

In realtà, la normativa non è del tutto dalla parte dei genitori — ma nemmeno della scuola.
La legge italiana, infatti, stabilisce che l’esame di un documento è gratuito, ma le copie cartacee o digitali possono essere fatte a spese del richiedente. Dunque, teoricamente, il pagamento per la riproduzione è previsto.

Il punto controverso è un altro: i compiti in classe sono davvero “atti amministrativi”? Su questo tema, la giurisprudenza si è spaccata. Alcuni tribunali considerano i compiti atti formativi interni, cioè strumenti didattici e non documenti pubblici veri e propri. Altri, invece, li interpretano come atti amministrativi soggetti alla trasparenza.

In pratica: un rebus legale che ogni scuola risolve a modo suo, con regolamenti interni che stabiliscono tempi, moduli e tariffe per l’accesso agli elaborati.

La morale (amara) della storia

L’intento dell’istituto, formalmente, è quello di rispettare le norme sulla conservazione dei documenti scolastici. Ma nel tentativo di essere ineccepibile dal punto di vista amministrativo, la scuola si è guadagnata l’accusa — forse più grave, almeno agli occhi dei genitori — di avere perso il buon senso.

Dopotutto, spiegano alcune mamme sui social, “non si può trattare un tema di geografia come un atto segreto della NASA”.

E così, tra moduli, bolli e fotocopie a pagamento, il dibattito resta aperto…