capolavoro dell'avvocato

Targa taroccata con lo scotch? Il giudice lo assolve: "Magari gli hanno fatto uno scherzo"

Novate Milanese, 64enne finisce sotto processo per una “D” trasformata in “B” con del nastro adesivo. Ma il giudice non esclude lo scherzo di cattivo gusto, complimenti all'avvocato difensore

Targa taroccata con lo scotch? Il giudice lo assolve: "Magari gli hanno fatto uno scherzo"
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Un’auto con una targa modificata, un pezzo di scotch nero a mascherare una “D” per farla sembrare una “B” e un processo che sembrava già scritto. E invece no: colpo di scena in tribunale. A Milano il giudice ha assolto un 64enne dall’accusa di falso materiale, ipotizzando che la colpa – udite udite – possa non essere sua, ma di qualche burlone ignoto.

Targa taroccata con lo scotch? Il giudice lo assolve: "Magari uno scherzo"

Siamo a Novate Milanese, febbraio 2023. L’uomo, C.L.B., lavora come addetto ai “Punti Blu” – sì, proprio quelli dei servizi Telepass e Viacard in autostrada – viene fermato a bordo di una Fiat Panda intestata all’ex moglie, ma in uso a lui. Fin qui tutto normale. Se non fosse che la targa dell’auto aveva subito una “restyling” casalingo: la prima lettera, una D, era stata camuffata con del nastro adesivo nero per somigliare a una B. Un classico trucco da manuale per evitare multe, autovelox o pedaggi. O almeno così sembrava.

La procura non aveva dubbi: per la PM Alessia Menegazzo, quel trucchetto era farina del sacco del 64enne, e per questo aveva chiesto una sanzione pecuniaria. Ma l’avvocato difensore ha fatto il colpo: ha instillato il dubbio, insinuando che forse l'uomo non sapeva nulla, e che quel lavoretto con lo scotch fosse frutto di uno scherzo fatto da qualcun altro. Una teoria che, incredibilmente, ha convinto il giudice Paolo Guidi, presidente della sesta sezione penale del Tribunale di Milano.

"Ragionevole dubbio"

Morale della favola: assoluzione con formula piena, causa insufficienza di prove. Il dubbio, in fondo, è l’ombra lunga del diritto penale. E questa volta ha giocato tutto a favore dell’imputato.

Forse non era un “furbetto”, ma solo vittima di un colpo di genio (o di cattivo gusto) di qualche buontempone. In ogni caso, complimenti all’avvocato: più che una difesa, un capolavoro di ragionevole dubbio.