Quella volta che a Roma nevicò in pieno agosto sull'Esquilino
Secondo la tradizione nella notte del 5 agosto 352 una abbondante nevicata ricoprì il colle

Roma, città eterna, è famosa per i suoi miti, le sue leggende e i suoi miracoli. Tra questi, uno degli episodi più affascinanti e poetici è senza dubbio la nevicata miracolosa del 5 agosto 352, avvenuta sul colle Esquilino, uno dei sette colli di Roma. Questo evento è alla base della fondazione della Basilica di Santa Maria Maggiore, una delle quattro basiliche papali della città.
La leggenda della neve sull'Esquilino
Secondo la tradizione cristiana, nella notte tra il 4 e il 5 agosto del 352 d.C., la Vergine Maria apparve in sogno al patrizio romano Giovanni e a sua moglie, così come a Papa Liberio (pontificato dal 352 al 366), chiedendo loro di costruire una chiesa in suo onore nel luogo in cui la mattina seguente si sarebbe trovata la neve.
E proprio al mattino del 5 agosto, nonostante il caldo torrido dell’estate romana, una nevicata miracolosa avrebbe ricoperto una porzione del colle Esquilino. Papa Liberio, interpretando l’evento come segno divino, tracciò personalmente il perimetro della futura basilica nella neve, dando così inizio alla costruzione di quella che sarebbe diventata la Basilica di Santa Maria Maggiore.
Fede, arte e tradizione
Il miracolo della neve è stato celebrato per secoli nella tradizione cattolica. Ogni anno, il 5 agosto, la basilica celebra la ricorrenza con una rievocazione storica: durante la messa serale, piovono petali bianchi dal soffitto, a simboleggiare la neve miracolosa. È un momento di grande suggestione che unisce fede, arte e storia.
La basilica stessa conserva tracce dell’origine leggendaria nel suo nome alternativo: "Madonna della Neve". Inoltre, diversi affreschi e mosaici all’interno dell’edificio illustrano l’episodio, contribuendo a tenerne viva la memoria.
Un evento storico o solo leggenda?
Non esistono testimonianze storiche certe che confermino una nevicata estiva a Roma nel 352 d.C., ma la forza del racconto non risiede nella verifica meteorologica, bensì nella sua potenza simbolica: un miracolo che unisce la città alla devozione mariana e che segna l’inizio di uno dei luoghi di culto più amati di Roma.