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La biblioteca dove i libri sono persone: la curiosa storia della Human Library

Tutto è cominciato nel 2000 a Copenaghen, quando Ronni Abergel ha deciso di trasformare un’aggressione a sfondo razzista subita in qualcosa di rivoluzionario

La biblioteca dove i libri sono persone: la curiosa storia della Human Library
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Immagina di entrare in biblioteca, sfogliare un catalogo e scegliere un "titolo" che ti incuriosisce. Ma invece di trovare un libro, ti siedi davanti a una persona in carne e ossa. Lei è il "libro" e ha una storia da raccontarti. Vera, profonda, a volte scomoda. È la Human Library, e sì: esiste davvero.

La storia della Human Library di Copenaghen

Tutto è cominciato nel 2000 a Copenaghen, quando Ronni Abergel, attivista danese per i diritti umani, ha deciso di trasformare un’aggressione a sfondo razzista subita in qualcosa di rivoluzionario. Con il fratello Dany e alcuni amici, ha creato uno spazio dove combattere i pregiudizi non con slogan o manifesti, ma con il potere del racconto umano.

Nasce così la Human Library – la Biblioteca Umana – dove i libri sono persone vere, pronte a condividere la propria esperienza con chi vuole ascoltare. Il concetto è semplice e potentissimo: “Don’t judge a book by its cover”, ovvero non giudicare un libro dalla copertina. Una frase che qui diventa realtà.

La biblioteca dove i libri sono persone: la curiosa storia della Human Library
Ogni "libro umano" offre una prospettiva, un punto di vista, una realtà che spesso rimane invisibile

Durante un evento, che può essere ospitato in una biblioteca tradizionale, in un parco o in un festival, ogni “lettore” sceglie dal catalogo un titolo come "Transgender", "Rifugiato", "Ex detenuto", "Disoccupato", "Sopravvissuta a violenze" o "Persona con disabilità". Etichette che, nella vita quotidiana, rischiano di diventare barriere. Ma in Human Library vengono usate per aprire un dialogo.

Ogni incontro dura circa 30 minuti, in cui il “lettore” può fare tutte le domande che vuole. Anche le più scomode. Lo scopo? Smontare stereotipi, rompere il ghiaccio, abbattere i muri del pregiudizio e scoprire chi si nasconde dietro un’etichetta. Ogni "libro umano" offre una prospettiva, un punto di vista, una realtà che spesso rimane invisibile. E chi ascolta raramente rimane indifferente.

Dalla Danimarca al mondo

Quello che era nato come un esperimento durante un festival musicale ha avuto un successo travolgente. Oggi la Human Library è attiva in oltre 85 Paesi, con più di 1.000 libri viventi in oltre 50 lingue. Ha raggiunto l’Australia, Singapore, il Portogallo, la Norvegia… e ovviamente l’Italia.

Da Milano a Roma, da Torino a Palermo, sono moltissime le città italiane che negli anni hanno ospitato biblioteche viventi, spesso all’interno di festival o eventi culturali. Esistono anche iniziative locali che aiutano le persone interessate a organizzare la loro biblioteca umana.

Perché funziona?

Secondo l’ipotesi del contatto, quando persone di gruppi diversi si incontrano in modo autentico, cresce la tolleranza e cala il pregiudizio. Studi dimostrano che bastano 10 minuti di dialogo reale per iniziare a vedere l’altro con occhi nuovi. E cosa c’è di più reale che ascoltare la storia di qualcuno che ha vissuto esperienze radicalmente diverse dalle tue?

La biblioteca dove i libri sono persone: la curiosa storia della Human Library
Il segreto del successo della Human Library? Che non servono manuali o ricette per combattere l’odio e l’indifferenza

La Human Library funziona perché crea uno spazio sicuro, fatto di ascolto, empatia e vulnerabilità. Dove nessuno ha la pretesa di insegnare, ma tutti hanno qualcosa da scoprire.

Diventare un libro umano

Chiunque può proporsi come libro umano: basta avere una storia da raccontare, e la voglia di mettersi in gioco. Attraverso il sito ufficiale della Human Library è possibile candidarsi, proporre un evento o semplicemente trovare quello più vicino a te.

Abergel stesso dice: "La biblioteca è uno dei pochi luoghi dove chiunque è il benvenuto: che tu sia professore o analfabeta, ricco o senzatetto. È davvero l’istituzione più inclusiva dei nostri tempi".

E forse è proprio questo il segreto del successo della Human Library: non servono manuali o ricette per combattere l’odio e l’indifferenza, basta una conversazione. Una vera. Che ci ricordi che dietro ogni etichetta, ogni titolo, ogni giudizio affrettato… c’è una persona. E ogni persona è, in fondo, un mondo da scoprire.

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