Che i social potessero creare disinformazione lo sapevamo già, ma questa volta la fantasia collettiva ha superato se stessa. Nel villaggio di Liujiangou, infatti, diversi contadini si sono svegliati scoprendo che i loro campi di peperoncini erano stati presi d’assalto da perfetti sconosciuti armati di sacchi, cassette e… di una convinzione incrollabile: “i peperoncini sono gratis”.
Indovinate un po’? No, non lo erano.
Il post virale che “regalava” migliaia di acri di peperoncini
Tutto è cominciato quando un uomo — la cui identità non è stata resa pubblica — ha pubblicato sui social un video in cui annunciava al mondo un’imperdibile opportunità:
“Nel villaggio di Liujiagou ci sono migliaia di acri di peperoncini. Chi li raccoglie, li possiede”.
Un vero e proprio “Black Friday agricolo”, peccato totalmente inventato.
Secondo l’uomo, un contadino locale avrebbe deciso di regalare l’intero raccolto pur di non venderlo in perdita. Una storia melodrammatica abbastanza convincente da scatenare l’assalto ai campi.
I contadini? Non proprio consenzienti
La realtà, come spesso accade, era ben diversa. Non un grande proprietario, ma tanti piccoli agricoltori. Uno di loro, Yang, coltivava circa 33 acri di peperoncini e stava semplicemente cercando acquirenti. Regalare tutto? Neanche per sogno.
Quando Yang ha trovato i primi “raccoglitori amatoriali” nel suo campo, ha provato a spiegare la situazione. Ma si sa: quando si tratta di offerte, la gente tende a credere più a Internet che al legittimo proprietario. Così ha dovuto chiamare la polizia.
Alcuni visitatori, resisi conto del malinteso, hanno lasciato i sacchi e se ne sono andati. Altri sono scappati su auto e scooter con il bottino — non proprio il comportamento dei fan del chilometro zero.
La verità emerge (e per qualcuno finisce male)
L’indagine ha confermato ciò che i contadini affermavano da subito: il video era una bufala.
L’autore del post è stato identificato e sottoposto a detenzione amministrativa per sette giorni. Successivamente ha raggiunto un accordo con gli agricoltori, impegnandosi a risarcirli con 5.000 yuan (circa 700 dollari).
Non proprio la cifra che copre un intero raccolto, ma almeno è un inizio.
Non è un caso isolato
La vicenda ricorda da vicino un episodio accaduto in Polonia appena un mese prima: un contadino si è visto svuotare il campo di patate dopo un altro video virale che invitava i passanti a raccoglierle gratis.
Che si tratti di peperoncini o patate, la ricetta sembra la stessa:
- Post virale non verificato
- Persone entusiaste
- Agricoltori disperati
- Polizia che deve spiegare che “gratis” non è sempre sinonimo di “legale”.
Una morale per tutti (spoiler: riguarda i social)
La vicenda di Liujiangou è un perfetto esempio di come un semplice contenuto virale possa trasformarsi in un danno economico reale. Ed è anche un promemoria per chi scorre i social alla ricerca di “occasioni”:
se un raccolto sembra troppo bello per essere gratis, probabilmente non lo è.