E' vero che il brevetto per l'idrante non si trova perché è andato distrutto in un incendio?
L'invenzione è attribuita a Frederick Graff. Il progetto sarebbe andato distrutto nel rogo dell'Ufficio brevetti di Philadelphia del 1836

Oggi l'idrante è un oggetto conosciuto e utilizzato ovunque. Ma cosa c'era prima? E chi lo ha inventato? E soprattutto, è vero che il brevetto non si trova perché fu distrutto... in un incendio?
L'invenzione dell'idrante
Gli idranti come li conosciamo oggi sono un'invenzione abbastanza "recente". La loro realizzazione si deve a Frederick Graff, nato nel 1775, e capo ingegnere dei lavori idrici di Philadelphia, negli Stati Uniti. Era stato ingaggiato per progettare una nuova stazione di pompaggio a vapore, che portò alla città una maggiore fornitura d’acqua.
Il suo consisteva in una conduttura idrica sotterranea collegata a un tubo verticale con una valvola che poteva essere aperta per rilasciare l'acqua. Il primo utilizzo pratico degli idranti avvenne a Boston nel 1804.
Il brevetto distrutto in un incendio
Ma l'aspetto più curioso della vicenda è legato al brevetto. Graff avrebbe brevettato la sua invenzione agli inizi dell'Ottocento. Ma non ci sono prove. Sì, perché, per un incredibile scherzo del destino, l’ufficio brevetti di Philadelphia andò a fuoco nel 1836 e molti documenti - tra cui, pare, anche il brevetto dell'idrante - andarono perduti per sempre.
Cosa si usava prima degli idranti per spegnere gli incendi
Ma cosa si usava prima per spegnere gli incendi? Nell'antichità si utilizzavano secchi per attingere acqua da sorgenti, fiumi, laghi, pozzi o dal mare. Si trattava però di soluzioni poco efficaci e molto faticose.
I primi a trovare una soluzione (guarda un po'...) furono i cinesi, che piazzarono dei grandi calderoni in punti strategici delle città. Tenuti costantemente pieni d'acqua, venivano utilizzati in casi di emergenza.
A partire dal 1500, poi, quando nelle città cominciarono a diffondersi i sistemi idrici pubblici, i pompieri, in caso di incendio, scavavano il terreno e foravano i tubi così da avere una fonte idrica a portata di mano. Una volta spento il fuoco, poi, i tubi venivano tappati e i Vigili del fuoco lasciavano un segno per indicare che lì si poteva attingere più facilmente all'acqua.
Fu dopo il grande incendio di Londra del 1666 che si pensò a installare tubi con buchi già predisposti e spine che uscivano dal terreno.
Quando poi la ghisa prese il posto del legno nelle tubature degli acquedotti, si fabbricarono raccordi ramificati con punti di accesso permanenti.