Sembra un cavallo, ma è una moto: il futuro è già arrivato
Un mezzo tra fantascienza e realtà, tra moto e animale robotico. Alimentato a idrogeno e guidato dall’intelligenza artificiale

Immaginate di trovarvi tra qualche anno (o mese) in autostrada, magari del traffico. Girate lo sguardo a destra e vedete qualcuno che vi sorpassa a bordo di un "cavallo meccanico". Fantascienza? No, decisamente no.
Alla World Expo di Osaka 2025, Kawasaki ha presentato un concept capace di far sognare chiunque ami l’innovazione, la fantascienza o semplicemente la mobilità alternativa. Si chiama Corleo, ed è una via di mezzo tra un cavallo meccanico e una moto da enduro. Ma definirlo così sarebbe riduttivo: è un concentrato di tecnologia e visione, pensato per affrontare qualsiasi terreno con stabilità e intelligenza, e con un’anima profondamente sostenibile.
Zoccoli high-tech e motore a idrogeno
Corleo si muove su quattro zampe robotiche rivestite da zoccoli in gomma antiscivolo, modellati sulla forma delle zampe delle capre di montagna, per garantire massima aderenza su superfici irregolari. Questo gli consente di scalare gradini, saltare tronchi, scendere da pendii scoscesi e affrontare ambienti impervi dove i veicoli tradizionali non possono arrivare.

La sella, basculante e intelligente, si adatta dinamicamente ai movimenti del robot, permettendo al pilota di rimanere in equilibrio anche in situazioni estreme. Il design include anche un cupolino in vetro, che richiama l’estetica di uno scooter sportivo ma che potrebbe avere anche una funzione aerodinamica, dato che Corleo è pensato per raggiungere alte velocità.
Sotto l’armatura in fibra di carbonio, batte un cuore innovativo: un motore da 150 cc alimentato da celle a combustibile a idrogeno. Una scelta ecologica e strategica: zero emissioni, solo vapore acqueo e un’autonomia superiore rispetto ai tradizionali motori elettrici. Certo, oggi l'infrastruttura per la ricarica a idrogeno è ancora limitata, ma Kawasaki guarda al 2050, quando l’idrogeno potrebbe diventare un vettore energetico comune.
Il cervello è l'intelligenza artificiale
Il vero cervello di Corleo è la sua AI di bordo, progettata per apprendere e rispondere ai comandi del pilota. I controlli sono intuitivi e innovativi: si va dalla voce, al manubrio, fino ai movimenti del corpo, grazie a sensori integrati nelle staffe regolabili. Come su un cavallo reale, spostare il peso è sufficiente per cambiare direzione.

In più, l’intelligenza artificiale analizza in tempo reale il terreno, anticipa le manovre più sicure e guida il pilota anche di notte, attraverso frecce luminose proiettate sul cruscotto, che indicano il percorso migliore. Un sistema degno di un film di 007 o di un videogioco come Horizon.
Un prototipo oggi, una rivoluzione domani
Secondo Kawasaki, Corleo è solo l’inizio. L’obiettivo è quello di andare oltre i confini della mobilità tradizionale, con mezzi che possano intervenire in aree disastrate, in scenari di emergenza, o addirittura in missioni militari. Alla fiera di Osaka, ingegneri e influencer lo definivano "la prima moto del futuro", anche se chiamarla semplicemente “moto” sembra quasi riduttivo.
Kawasaki si discosta dalla tendenza attuale della robotica, orientata agli umanoidi, e punta su un quadrupede meccanico in grado di affrontare il mondo reale con stabilità e potenza. Un robot che non si limita a camminare: porta in sella una persona, comunica, si adatta, esplora.

Nonostante le grandi promesse, Corleo è ancora un prototipo. Alcuni dettagli come la velocità massima, l'autonomia esatta e la durata della batteria non sono ancora stati resi noti. Ma il progetto è concreto, e i brevetti sviluppati da Kawasaki per l’assistenza alla guida potrebbero arrivare sulle moto di serie entro il prossimo decennio.
E chissà, un giorno potremmo davvero vederlo in azione tra i boschi, tra le rovine di un terremoto o in cima a una montagna. Per ora, è un sogno su zampe d’acciaio ma in futuro, chi lo sa, potremmo davvero fare enduro in sella ad un cavallo robotico...