C’è chi combatte per grandi ideali e chi, come Huang Ping, ha combattuto semplicemente per la propria casa. Il problema è che il suo campo di battaglia era un’autostrada. Letteralmente. La sua abitazione, passata alla storia come l’“Occhio di Jinxi”, è diventata una delle nail house più famose della Cina: una casa rimasta ostinatamente in piedi mentre tutto intorno prendeva forma una nuova arteria stradale nella provincia di Jiangxi.
La storia di Huang Ping e dell'”Occhio di Jinxi”
Tutto ha avuto inizio con una trattativa andata male. Il governo locale aveva offerto a Huang un risarcimento di circa 1,6 milioni di yuan (circa 223.000 dollari) per trasferirsi, ma con una condizione che lui non ha accettato: il pagamento in due rate. Diffidente e determinato, Huang ha rifiutato. Mentre tutti gli altri residenti dell’area venivano ricollocati, lui è rimasto fermo sulle proprie posizioni per anni, convinto di poter resistere.
La risposta delle autorità è stata tanto pragmatica quanto surreale: impossibilitate ad abbattere la casa, hanno costruito l’autostrada tutt’intorno. Vista dall’alto, l’abitazione sembrava davvero un occhio incastonato nell’asfalto, da cui il soprannome diventato virale sui social cinesi. Un isolotto di cemento circondato da corsie, camion e traffico ininterrotto.

Quando l’autostrada è stata inaugurata ad aprile, però, la realtà ha presentato il conto. Senza alcun isolamento acustico, la casa è diventata praticamente inabitabile. Il rumore incessante delle auto e la vibrazione dei mezzi pesanti facevano tremare i muri giorno e notte. Huang e la sua famiglia hanno resistito il più a lungo possibile, forse per orgoglio, forse per principio, ma vivere al centro di un’autostrada si è rivelato un esperimento estremo.
La resa di Huang Ping
A luglio, chi passava di lì ha iniziato a notare finestre rotte, erbacce e l’assenza di qualsiasi segno di vita. Contattato dai media locali, Huang ha confermato la resa: lui e la sua famiglia avevano abbandonato l’“Occhio di Jinxi” a causa del rumore e delle vibrazioni continue. Ora vivono in affitto in un villaggio vicino, lontani dal traffico.
L’ironia finale non è mancata. Se oggi la casa dovesse essere demolita, Huang riceverebbe solo una frazione del risarcimento inizialmente offerto. Una scelta che, col senno di poi, si è rivelata tutt’altro che vantaggiosa.

Sui social network cinesi la vicenda ha scatenato commenti di ogni tipo. C’è chi lo ha definito un simbolo di resistenza individuale e chi lo ha preso in giro. Altri si sono chiesti, più pragmaticamente, che valore potesse mai avere una casa isolata in una zona montuosa, se non fosse stato per la notorietà mediatica.
Il fenomeno delle nail house non è nuovo in Cina: sono le abitazioni i cui proprietari rifiutano di vendere, spesso diventando simboli di scontro tra individuo e modernizzazione. L’“Occhio di Jinxi” ha portato questo concetto all’estremo, trasformando una testardaggine privata in una leggenda urbana.