ADDIO CUFFIE

Il suono che raggiunge un solo orecchio in mezzo alla folla

La magia avviene grazie all'utilizzo degli ultrasuoni ed in particolare sfruttando il momento in cui si incontrano e si sovrappongono

Il suono che raggiunge un solo orecchio in mezzo alla folla

Immaginate questa scena: siete in metropolitana nell’ora di punta, circondati dal brusio delle persone, e all’improvviso iniziate ad ascoltare la vostra canzone preferita… senza cuffie. E, cosa ancora più incredibile, senza che nessuno accanto a voi senta assolutamente nulla.

Non è fantascienza, ma la direzione verso cui si sta muovendo un gruppo di ricercatori della Penn State College of Engineering, protagonisti di una delle scoperte più curiose e potenzialmente rivoluzionarie dell’anno: un metodo per inviare un suono a una sola persona in mezzo alla folla. Un audio “privato”, trasmesso nell’aria come se fosse magia.

Il problema: il suono non vuole farsi controllare

Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas), descrive un sistema capace di creare vere e proprie enclave sonore: piccoli punti nello spazio in cui un suono diventa udibile soltanto per chi si trova esattamente lì, mentre tutto intorno regna il silenzio più totale.

Il suono che raggiunge un solo orecchio nella folla: la curiosa scoperta dei ricercatori di Penn State
La magia avviene nel punto in cui i due ultrasuoni si incontrano e si sovrappongono

Il fascino della scoperta nasce anche dalle difficoltà tecniche che per anni l’hanno resa impossibile. Il suono, dopotutto, non è altro che una vibrazione che viaggia come un’onda. Ma, a differenza della luce, ha la fastidiosa abitudine di diffondersi in ogni direzione grazie alla diffrazione. Un ostacolo enorme per chi sogna di indirizzarlo come un raggio laser.

L’idea geniale: le onde che diventano udibili solo dove si incrociano

I ricercatori di Penn State sono riusciti ad aggirare il problema usando ciò che normalmente non sentiamo: gli ultrasuoni. Il loro sistema invia due fasci a frequenze leggermente diverse – per esempio 40 kHz e 39,5 kHz – grazie a speciali materiali chiamati metasuperfici acustiche, che permettono alle onde di curvarsi nello spazio.

Finché viaggiano, questi fasci sono completamente silenziosi. La magia avviene nel punto in cui i due ultrasuoni si incontrano e si sovrappongono. Lì creano una nuova onda sonora, frutto della differenza tra le loro frequenze: in questo caso 0,5 kHz, che l’orecchio umano può percepire perfettamente. In pratica, il suono non c’è… finché non compare esattamente dove lo si vuole.

Il suono che raggiunge un solo orecchio nella folla: la curiosa scoperta dei ricercatori di Penn State
I ricercatori della Penn State College of Engineering sono protagonisti di una delle scoperte più curiose e potenzialmente rivoluzionarie dell’anno

Uno degli aspetti più curiosi? Questa “voce invisibile” può piegarsi nello spazio e aggirare piccoli ostacoli. Nei test, il suono è arrivato con una nitidezza paragonabile a una normale conversazione, circa 60 decibel, fino a un metro di distanza.

Cosa potremmo farcene? 

La scena futuristica della metropolitana non è poi così lontana. Le possibili applicazioni sono sorprendenti:

  • musei dove ogni visitatore ascolta una guida personale senza cuffie
  • automobili che sussurrano indicazioni solo al conducente
  • luoghi pubblici privi di altoparlanti assordanti
  • città meno rumorose
  • sistemi di comunicazione privati, senza auricolari né dispositivi indossabili

Ma la tecnologia è ancora in fase sperimentale. Servirà tempo prima che possa funzionare su distanze maggiori o in ambienti complessi. Eppure, la strada è segnata: il futuro dell’ascolto sembra destinato a diventare personale, invisibile e silenzioso.