Alle volte può capitare di dimenticarsi di qualcosa, o di non accorgersene. Ma in certi casi una svista può avere risvolti davvero incredibili. Una storia decisamente bizzarra arriva da Recanati, in provincia di Macerata. Mario (nome di fantasia), 73 anni, ha scoperto solo nel 2024 di aver maturato i requisiti per andare in pensione già dal 2018. Un risultato reso possibile dal lavoro accurato del Patronato INAS CISL di Recanati, che ha permesso all’uomo di ottenere cinque anni di arretrati, pari a 124.000 euro, oltre alla pensione definitiva (immagine di copertina realizzata con AI).
Una posizione contributiva complessa: tre gestioni previdenziali diverse
A ricostruire la vicenda, in una nota ufficiale, è la Cisl Marche.
Il pensionato si era rivolto al Patronato per un semplice chiarimento, convinto di non aver diritto ad alcun assegno previdenziale. La sua carriera lavorativa era infatti distribuita in tre casse differenti:
- Gestione Separata INPS
- Fondo Pensione Lavoratori Dipendenti (FPLD)
- ex INPGI 2, la gestione dei giornalisti autonomi.
Una distribuzione frammentata che non gli aveva consentito di maturare un diritto autonomo in nessuna delle singole gestioni. Per questo Mario aveva continuato a lavorare, ignaro del fatto che la normativa previdenziale offrisse soluzioni alternative.
L’intervento del Patronato: analisi tecnica e ricostruzione della carriera
Gli operatori dell’INAS CISL di Recanati, coordinati da Federico Savoretti, hanno avviato una ricostruzione completa della storia contributiva dell’uomo, incrociando i dati delle tre gestioni e confrontandosi costantemente con la sede nazionale del Patronato per garantire la massima correttezza interpretativa.
Grazie a simulazioni di calcolo e verifiche normative, gli esperti hanno individuato la strada più favorevole: la totalizzazione dei contributi, un istituto che permette di sommare i versamenti effettuati in casse diverse per ottenere un’unica pensione.
Una scelta rivelatasi decisiva.
L’esito: diritto alla pensione dal 2018 e arretrati fino a 124.000 euro
Le verifiche hanno dimostrato che Mario avrebbe potuto andare in pensione già nel 2018. Poiché il periodo precedente era parzialmente prescritto, l’uomo ha potuto recuperare cinque anni di arretrati non ancora caduti in prescrizione, per un totale di 124.000 euro.
“Il caso è stato gestito con grande attenzione – spiega Savoretti. – Grazie a un lavoro tecnico minuzioso e al costante confronto con la sede nazionale, abbiamo individuato la soluzione più giusta e conforme alla normativa”.
Oggi Mario può finalmente godersi il meritato riposo, con la serenità di una pensione regolarmente riconosciuta e di un sostegno economico che gli spettava da anni.