Nel vasto universo dei suoni cinematografici esiste un urlo che, pur durando meno di un secondo, è diventato una sorta di celebrità nascosta. Lo avete sentito in scene di esplosioni, cadute rovinose, cavalcate finite male, battaglie spaziali e perfino in film d’animazione. È l’urlo di Wilhelm, uno dei più singolari fenomeni della storia del cinema: un easter egg ante litteram, un meme prima dei meme.
Un urlo nato da un alligatore
Tutto comincia nel 1951, durante la post-produzione del western Tamburi lontani. In una scena (un frame nella foto di copertina dell’articolo), un soldato viene trascinato sott’acqua da un alligatore.
L’urlo dell’attore – registrato in studio insieme ad altri effetti – finisce nell’archivio sonoro della Warner Bros sotto un nome poco poetico: “Uomo morso da un alligatore”.
Quell’urlo ricompare due anni dopo, nel 1953, nel film L’indiana bianca, quando un soldato di nome Wilhelm viene colpito da una freccia alla gamba. Da quel momento, senza che nessuno lo sapesse, il destino della leggenda era segnato.
Un suono dimenticato… e poi riscoperto
Per più di vent’anni, l’urlo venne usato occasionalmente in una quindicina di western della Warner, quasi sempre in scene di cadute o ferimenti. Rimase però un dettaglio oscuro, perso tra gli scaffali polverosi degli effetti sonori.
Fino a quando due studenti di sound design, Ben Burtt e Richard L. Anderson, non inciampano nell’effetto durante i loro studi alla University of Southern California. Burtt, affascinato da quel grido un po’ esagerato lo rintraccia negli archivi della Warner. Lo ribattezza “Wilhelm scream” semplicemente perché quel nome era l’unico riferimento esistente.
Da piccolo scherzo a rito iniziatico
Burtt decide di inserirlo in un film a cui sta lavorando, un progetto su cui nessuno avrebbe scommesso molto: Guerre stellari (1977). Nella scena in cui Luke Skywalker spara a uno stormtrooper facendolo cadere nel vuoto, Burtt racconta:
“Non riuscii a resistere e ci ficcai dentro questo [urlo di] Wilhelm“.
Il film diventa un successo mondiale. Burtt, che considera l’urlo un portafortuna, continua a usarlo in tutti i film successivi: Indiana Jones, Star Wars, Poltergeist, Batman Returns.
Scatta la gara: Burtt e Anderson iniziano a inserirlo di nascosto nei film per stuzzicare l’altro. Presto il gioco diventa un vero e proprio inside joke della comunità dei sound designer. Burtt lo definirà “una specie di rito di passaggio“. Steve Lee, storico del suono hollywoodiano, lo paragona al “Dov’è Wally?” del cinema: un segreto da scovare, nascosto tra le scene.
Un urlo che spunta ovunque
Da allora, il Wilhelm scream è spuntato praticamente dappertutto:
- Toy Story
- Indiana Jones
- Il Signore degli Anelli – Le due torri
- I Simpson
- Django Unchained, Kill Bill, Bastardi senza gloria e altri film di Tarantino
- Il pianeta delle scimmie di Tim Burton
- La serie live-action di One Piece
- Transformers
- decine di videogiochi (The Last of Us, Red Dead Redemption, Star Wars Battlefront)
- persino attrazioni dei parchi Universal Studios
Le stime parlano di oltre 140 film, ma altri calcoli arrivano a più di 400 produzioni se si conta anche videogiochi e pubblicità.
Ma a chi appartiene davvero quell’urlo?
Qui arriva la parte più misteriosa.
Nessuno sa con certezza chi abbia registrato l’urlo originale del 1951. Burtt, rovistando tra documenti e liste di doppiatori di Tamburi lontani, conclude che la voce più probabile sia quella di Sheb Wooley, attore, cantante e doppiatore noto per il successo del 1958 Purple People Eater. La sua ex moglie ricordava che Wooley “faceva spesso battute sul fatto di essere fenomenale a urlare e morire nei film“.
E forse aveva ragione: il suo urlo è sopravvissuto a lui, diventando un portafortuna di Hollywood… e qualche volta anche un tormento. In un video, la moglie di Wooley scherza chiedendo di smettere di usarlo, perché ormai lo sente ovunque.
Da un grido a un mito
La magia dell’urlo di Wilhelm sta nella sua semplicità: un suono acuto, un po’ assurdo, che non sembra mai adattarsi alla scena… e proprio per questo spicca. È un pezzo di storia del cinema riciclato, riusato e trasformato in un simbolo di appartenenza tra i tecnici del suono.
Un minuscolo frammento audio che, da un morso d’alligatore negli anni Cinquanta, è diventato una leggenda amata – e riconoscibile – da cinefili di tutto il mondo.
E la prossima volta che vedrete qualcuno precipitare da una scogliera, esplodere in aria o essere colpito da una freccia… fateci caso: potreste aver appena trovato un nuovo Wilhelm.