A volte la burocrazia può trasformarsi in un ostacolo insensato al servizio pubblico. Protagonista dell’ennesimo caso è la Croce Viola Pubblica Assistenza di Sesto Fiorentino, una realtà di volontariato la cui missione è il soccorso, ora finita nel mirino di un sistema sanzionatorio cieco.
Quattro anni di oblio e la maxi-multa
A raccontare l’assurda vicenda è Italia Sette, televisione del gruppo Netweek. Tutto inizia il 20 gennaio 2020, in piena emergenza sanitaria. Un’ambulanza della Croce Viola entra nella ZTL di Prato per un trasporto sanitario urgente: accompagnare una paziente dal reparto di neurochirurgia di Careggi all’ospedale Misericordia e Dolce.
Nonostante la livrea istituzionale, l’occhio elettronico del Comune di Prato – a differenza dei sistemi più “sensibili” di altri Comuni che annullano in autotutela – registra il transito come “senza autorizzazione” ed emette una multa di 98 euro.
Il verbale, smarrito nei concitati mesi della pandemia, riemerge nel settembre 2024 con una ingiunzione di pagamento dalla società Sori per conto del Comune. La cifra, nel frattempo, è lievitata a 316,54 euro.
Ricorso respinto e la minaccia choc: fermo amministrativo
L’associazione di volontariato ha prontamente presentato un ricorso, allegando la documentazione che provava l’urgenza e la natura sanitaria del trasporto, inclusa la richiesta dell’Azienda ospedaliero universitaria Careggi.
Ciò che è accaduto dopo ha del surreale. Non solo il ricorso è stato respinto, ma la società di riscossione ha avviato una procedura di iscrizione di fermo amministrativo su un’altra ambulanza dell’associazione. Con l’aggiunta di spese di notifica ed esecutive, la cifra da pagare ha sfiorato i 400 euro.
“Pensare di mettere un fermo amministrativo a un’ambulanza è una follia. Bloccare un mezzo che ogni giorno i nostri volontari gratuitamente mettono a disposizione della popolazione è un’operazione senza senso”, ha detto Davide Costa, Direttore della Croce Viola.
Una battaglia per il buon senso
Il presidente dell’associazione, Alessandro Iasiello, ha espresso profonda indignazione, definendo la vicenda un'”enorme ingiustizia” e una manifestazione di “burocrazia kafkiana”. L’azione del Comune di Prato è triplicemente contestata: per non aver annullato la multa in autotutela, per aver respinto un ricorso motivato e, soprattutto, per aver minacciato il blocco di un mezzo di soccorso essenziale per la comunità.
L’associazione attende una presa di coscienza da parte delle autorità di Prato, sperando che il buon senso prevalga sull’ottusità procedurale prima di essere costretta a pagare.
L’ambulanza multata per eccesso di velocità
Un fatto che sembra incredibile, ma che non è un unicum. Recentemente a Bergamo un’ambulanza della Croce Verde di Bergamo (sede di Brusaporto), in servizio di emergenza e diretta a sirene spiegate verso l’ospedale con un paziente in codice rosso, è stata multata per eccesso di velocità da un autovelox.
A raccontare la vicenda è Prima Bergamo, quotidiano online del gruppo Netweek.
Gli operatori della Croce Verde hanno spiegato quanto accaduto con un post su Facebook:
“Anche oggi un’ora buona persa a fare ricorso all’ennesimo autovelox. L’ambulanza, in sirena dall’ospedale di Treviglio alla neurorianimazione degli Spedali Civili di Brescia, viaggiava in codice rosso con medico, infermiere e due soccorritori a bordo”.
La contravvenzione, emessa dalla Polizia Provinciale di Brescia, ammontava a 57 euro.
Una multa che, spiegano i soccorritori, “ovviamente sarà archiviata”, ma solo dopo una lunga e inutile trafila burocratica.

Le parole del direttore della Croce Verde: “Meglio pagare se la multa è sotto i 50 euro”
Secondo Erik Persico, direttore della Croce Verde di Bergamo, situazioni del genere sono ormai diventate frequenti:
“Se la multa non supera i 50 euro e non comporta la decurtazione di punti dalla patente dell’autista, preferiamo pagarla e chiuderla lì. Altrimenti si perdono ore preziose di lavoro in ricorsi e burocrazia”.
Ma i problemi non si limitato alle sole multe: a Milano, ha sottolineato Persico amareggiato, ambulanze e auto mediche non sono esentate automaticamente dal ticket della Ztl. E così, ogni due anni è necessario presentare una nuova domanda.
Precedenti casi di multe alle ambulanze
L’episodio di Bergamo non è isolato. In passato, la Prefettura di Brescia aveva persino respinto un ricorso presentato dagli operatori sanitari, giudicandolo “troppo stringato”. Il caso arrivò fino al giudice di pace, con 34 pagine di documentazione depositate. Questa volta la pratica venne archiviata, ma con grande dispendio di tempo ed energie.
Nonostante l’archiviazione, qualche mese più tardi i volontari ricevettero una nuova ingiunzione di pagamento, avviando un’altra trafila burocratica durata mesi.
Un problema diffuso anche in altre città italiane
La vicenda ha scatenato un acceso dibattito sui social. Molti altri soccorritori, anche di regioni diverse dalla Lombardia, hanno confermato di trovarsi spesso in situazioni simili.
Un operatore della Misericordia di Torino, ad esempio, ha commentato:
“È normale, succede anche a noi da anni. Continuiamo a fare ricorsi, ma il problema non si risolve”.
Una riflessione necessaria
Il caso dell’ambulanza multata a Bergamo solleva interrogativi importanti sul rapporto tra emergenze sanitarie, burocrazia e normative stradali.
Se da un lato è comprensibile la necessità di far rispettare i limiti di velocità, dall’altro è difficile giustificare multe ad ambulanze in servizio con pazienti gravi a bordo.