Arriva dal Giappone

Il reggiseno che si apre solo con l’impronta del partner: una cintura di castità 2.0

Il capo intimo si apre soltanto quando viene attivato da un'impronta digitale registrata in precedenza. Ma non mancano le critiche

Il reggiseno che si apre solo con l’impronta del partner: una cintura di castità 2.0

Nel panorama delle tecnologie indossabili stanno nascendo prototipi che uniscono moda, sicurezza e interattività. Tra questi, uno dei più curiosi è senza dubbio il reggiseno biometrico, progettato per aprirsi soltanto tramite l’impronta digitale del partner della persona che lo indossa – o, in alternativa, dell’utente stesso.

Come funziona il reggiseno biometrico

Nel 2024, un inventore giapponese noto come ZAWAWORKS, identificato anche come lo studente Yūki Aizawa, ha creato un prototipo di reggiseno che si apre solo utilizzando l’impronta digitale del partner della donna o di chi lo indossa.

Il sistema integra un piccolo sensore biometrico nel gancetto posteriore del reggiseno. L’accesso avviene registrando preventivamente una o più impronte digitali autorizzate. Una volta riconosciuta, il meccanismo elettronico rilascia la chiusura in maniera automatica. Il design, a detta dei suoi sviluppatori, mira a combinare funzionalità estetiche con un livello di “protezione emotiva” e personalizzazione.

Motivazioni e obiettivi

Gli ideatori del progetto spiegano che l’intento non è tanto quello di creare una barriera di sicurezza in senso stretto – visto che esistono già soluzioni molto più efficaci per la protezione personale – quanto di proporre un accessorio simbolico e interattivo. L’uso dell’impronta digitale, infatti, introduce un’idea di fiducia e intimità condivisa tra chi indossa il reggiseno e chi ne è autorizzato all’apertura.

Critiche e riflessioni

Non mancano, però, le perplessità. Alcuni esperti sottolineano che l’abbinamento di tecnologia biometrica e intimo possa ridursi a un’operazione di marketing più che a una reale innovazione utile. Altri, invece, vedono un rischio nel trasformare un capo d’abbigliamento in uno strumento che dipende dall’autorizzazione esterna, sottolineando l’importanza che la persona che lo indossa mantenga sempre il pieno controllo.

Sui social qualcuno ha anche ironizzato, parlando di un ritorno alla cintura di castità.

Il futuro della moda tech

Ad ogni modo, il prototipo si inserisce in una tendenza crescente: la cosiddetta fashion tech, che mira a rendere i capi non solo estetici ma anche intelligenti, interattivi e collegati al mondo digitale. Dal tessuto che misura la frequenza cardiaca ai dispositivi integrati per monitorare il movimento, fino ad accessori biometrici come questo reggiseno, la linea di confine tra moda e tecnologia diventa sempre più sfumata.