Immagina di vivere nella Russia del Settecento e di dover pagare una tassa… solo per il fatto di avere la barba. Sembra uno scherzo, ma è successo davvero!
Nel 1698 lo zar Pietro I di Russia, meglio conosciuto come Pietro il Grande, decise che per rendere il suo Paese più moderno bisognava anche cambiare faccia. Letteralmente.
Un viaggio che cambiò tutto
Dopo un lungo tour in Europa, lo zar tornò a Mosca con una missione: trasformare la Russia in una potenza al passo con i tempi. Aveva visto città vivaci, uomini con il volto liscio e la moda occidentale in piena fioritura. In confronto, i russi con le loro barbe lunghe e tradizionali gli sembravano rimasti indietro di secoli.
Il decreto più stravagante
Così Pietro impose una regola bizzarra: chi voleva tenersi la barba doveva pagare una tassa.
I nobili e i mercanti sborsavano cifre salate mentre icontadini, quando entravano in città, pagavano una piccola quota.
In cambio, ricevevano una medaglietta con scritto: “La barba è un peso inutile”.
Un modo un po’ ironico per dire: “Va bene, tieniti pure la barba… ma ricordati che non serve a nulla!”.
Tra proteste e baffi ribelli
La decisione non piacque a tutti. Per molti russi la barba era un simbolo sacro, legato alla fede ortodossa. Raderla era quasi un peccato. Eppure, lo zar non si lasciò fermare: chi non pagava, rischiava multe o addirittura la rasatura forzata.
Curiosità che restano nella storia
Oggi la “tassa sulle barbe” è ricordata come una delle leggi più stravaganti della storia. Ma per Pietro il Grande non era uno scherzo: voleva a tutti i costi trascinare la Russia verso l’Europa, anche se per farlo serviva toccare i baffi dei suoi sudditi.