Una consuetudine italiana

Il paese da 212 abitanti con 25 candidati sindaco

Il singolare caso di Bisegna (in Abruzzo) e quella volta in cui vinse una lista "farlocca"

Il paese da 212 abitanti con 25 candidati sindaco
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Se vi sembrava già un assurdo quanto sta accadendo a San Giacomo Vercellese, dove per governare un paese da 255 abitanti si sono candidate ben nove liste, il caso di Bisegna, in Abruzzo, vi farà strabuzzare gli occhi: lì, per 212 abitanti ci sono la bellezza di 25 candidati sindaco (con altrettante liste).

Bisegna: 25 candidati sindaco per 212 abitanti

Bisegna è un piccolo borgo in provincia de L'Aquila, in Abruzzo e, no, non è un posto dove c'è una particolare passione per la politica. Anzi, stiamo parlando di quella che oramai è diventata una consuetudine tutta italiana.

Non sono pochi infatti i casi di piccoli paesi sotto i mille abitanti dove si presentano tantissimi candidati sindaco (che magari mai hanno messo piede in quel luogo).

A questa tornata elettorale, infatti, ci sono anche Castelnuovo di Conza (560 abitanti in provincia di Salerno), Senerchia (704, in provincia di Avellino) e Malvicino (Alessandria, 79 anime) rispettivamente con 23, 13 e 5 liste.

In pratica, più candidati che abitanti.

Il fenomeno delle liste "fantasma"

Come detto, non parliamo di luoghi dove la passione per la politica è particolarmente sviluppata. E allora, di cosa stiamo parlando?

La legge prevede il diritto per i lavoratori che si candidano alle elezioni, di usufruire di alcuni giorni di congedo. Lo scopo in particolare è consentire, anche a chi svolga un’attività lavorativa, di prendere parte alla campagna elettorale, evitando quindi che lo svolgimento dell’attività politica possa diventare appannaggio di una cerchia ristretta di cittadini.
A tal fine, all’interno dei contratti collettivi nazionali sono contenute apposite clausole che prevedono la possibilità di usufruire di un periodo di aspettativa nel caso in cui alcuni dipendenti pubblici con contratto a tempo indeterminato si candidino alle elezioni.

Tali periodi di aspettativa sono normalmente senza retribuzione per tutti i dipendenti. È prevista però un’importante eccezione per gli appartenenti alle forze di polizia e ai corpi militari.

Infatti, l’art. 81 della l. 121/1981 dispone che “Gli appartenenti alle forze di polizia candidati ad elezioni politiche o amministrative sono posti in aspettativa speciale con assegni dal momento della accettazione della candidatura per la durata della campagna elettorale e possono svolgere attività politica e di propaganda, al di fuori dell'ambito dei rispettivi uffici e in abito civile”.

Con riferimento invece ai militari, viene in rilievo quanto previsto dall’art. 1484 del Codice dell’Ordinamento Militare, in forza del quale “I militari candidati a elezioni per il Parlamento europeo, a elezioni politiche o amministrative possono svolgere liberamente attività politica e di propaganda al di fuori dell’ambiente militare e in abito civile. Essi sono posti in apposita licenza straordinaria per la durata della campagna elettorale”.

In pratica, per gli appartenenti alle forze di polizia e dei corpi militari, durante la candidatura c'è la possibilità di usufruire di un'aspettativa pagata di 30 giorni, per una campagna elettorale che in realtà non verrà mai fatta.

Quando un poliziotto fu eletto

Nel settembre 2020, il piccolo comune di Carbone, in provincia di Potenza, è stato al centro di un caso politico senza precedenti. Con una popolazione di circa 600 abitanti, il paese ha visto l'elezione a sindaco di Vincenzo Scavello, un 56enne siciliano in servizio come poliziotto presso la Questura di Reggio Calabria. Scavello fu eletto con 78 voti su 92 validi, rappresentando la lista "Onesti e Liberi".

Tuttavia, la sua permanenza in carica è durata meno di 24 ore: subito dopo l'elezione, Scavello e sette consiglieri comunali di maggioranza hanno presentato le dimissioni, costringendo il prefetto di Potenza a nominare un commissario prefettizio.

Né Scavello né gli altri candidati erano residenti a Carbone o in Basilicata. La lista locale, composta da abitanti del paese, era stata esclusa per la presentazione tardiva, lasciando in gara solo due liste formate da "forestieri".

L'anno dopo il paese tornò alle urne.